Codigoro
8 Dicembre 2018
A Pomposa, Paolo Grossi dirige l'ampio dibattito sulla gestione consapevole dei valori del paesaggio

Paesaggio, istituzioni e comunità a confronto grazie al Mibac

di Redazione | 3 min

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Codigoro. La gestione consapevole dei valori del paesaggio, dei demani civici e dalle proprietà collettive ha messo a confronto nel suggestivo scenario dell’Abbazia di Pomposa esperti e testimonial non solo locali, radunati dall’iniziativa promossa dal Mibac con il supporto di Ales Spa e in collaborazione con il Consorzio Uomini di Massenzatica e l’Università Politecnica delle Marche.

Dopo i saluti istituzionali degli amministratori, di Mario Scalini e Paola Desantis, direttori rispettivamente del Polo Museale regionale e pomposiano, della Soprintendente di zona Cristina Ambrosini, ampio spazio è stato concesso agli ospiti provenienti da fuori regione.

Un modo efficace per mettere a confronto esperienze differenziate di cura e conservazione del patrimonio agricolo, naturale e culturale della nazione, nonché le pratiche di sviluppo territoriale sostenibile portato avanti in ciascun contesto. Se a livello locale la testimonianza più interessante è quella del Consorzio di Massenzatica presieduto da Carlo Ragazzi, non meno lo sono quelle sulle Regole Ampezzane, una realtà alpina illustrata da Stefano Lorenzi.

Paesaggio, proprietà collettiva, legame delle persone con il territorio sono gli aspetti salienti dell’esperienza bellunese, nata attorno all’anno Mille in un’area che all’epoca era considerata a margine, quando le comunità si sono date i loro statuti (laudi) e hanno potuto strutturarsi come una società vera e propria (che ancora oggi governa una proprietà collettiva tra le più grandi esistenti in Italia).

Quella dell’alto veneto è solamente uno dei ‘modi di possedere’ perfettamente illustrati nel corso della mattinata a Pomposa, nel corso di un’iniziativa che fa parte del nutrito calendario di appuntamenti dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale.

L’occasione è stata utile per il Ministero per i beni e le attività culturali a pubblicizzare il bando finalizzato alla selezione della migliore candidatura italiana per la VI Edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, indetto con cadenza biennale dal Consiglio Europeo. Dalla selezione scaturirà inoltre il secondo Premio Nazionale del Paesaggio: il bando è in scadenza il 20 dicembre.

“La partecipazione dell’Italia al Premio in questione – spiegano i promotori – ha costituito e costituisce un’importante occasione di promozione e divulgazione dei valori connessi al paesaggio, coerentemente con gli impegni assunti con la Convenzione Europea del Paesaggio anche da parte del nostro Paese. L’evento di oggi (diretto dal presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Grossi), occasione di confronto e dibattito multidisciplinare, ci porta a riflettere attorno ai valori del paesaggio attraverso l’intreccio tra saperi differenti: un’opportunità per confrontare esperienze concrete di gestione consapevole delle risorse agro-ambientali e paesaggistiche che posso rappresentare, per sistema di valori e principi di sostenibilità, modelli di riferimento attorno al quale delineare opportunità e strategie per il futuro del territorio italiano”.

Grazie alla legge 168 del 2017, che ha riconosciuto il ruolo e l’importanza dei domini collettivi, si sono potuti fissare punti normativi fondamentali per inquadrare la gestione degli oltre 1,5 milioni di ettari così configurati, praticamente il 40% del territorio nazionale a destinazione agro-silvo-pastorale. Queste proprietà collettive non intendono rinunciare oggi al ruolo di interlocutrici preferenziali per le istituzioni nella gestione del patrimonio ambientale, nelle iniziative di sviluppo del territorio, nella valorizzazione dell’identità sociale e culturale delle comunità, per questo le attività di coordinamento tra soggetti, istituzioni e comunità locali diventa un fattore decisivo per la convergenza degli investimenti e lo sviluppo di progetti di territorio.

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