Fiorenzo Baratelli, in una lettera pubblicata il 6 dicembre, definisce Italo Balbo “mandante dell’assassinio di Don Minzoni”.
Vorrei ricordare a Baratelli che la Corte d’Assise di Ferrara nel 1947 (e cioè in un clima di acceso antifascismo) prosciolse Italo Balbo da ogni accusa di correità relativamente alla morte di don Giovanni Minzoni.
E la famiglia Balbo ha puntualmente querelato tutti coloro che hanno affermato il contrario, ottenendo sempre piena soddisfazione dai tribunali della Repubblica Italiana.
Per il resto mi piacerebbe che Baratelli rileggesse le parole pronunciate non da un esponente di destra ma da un suo allora compagno di partito, il sottosegretario alla Difesa Massimo Brutti, che fece parte dei governi Prodi e D’Alema, venendo poi eletto al Consiglio Superiore della Magistratura. Parole altamente elogiative pronunciate in occasione della “scopertura” di un busto di Balbo al Palazzo dell’Aeronautica in Roma.
Balbo fece cose deprecabili ma ebbe anche non pochi meriti.Come molti personaggi storici ebbe luci ed ombre. Ma non mi sembra onesto ricordare solo le ombre. Non è certamente un caso che la sezione ferrarese dell’Associazione Arma Aeronautica sia intitolata al suo nome,
Vorrei infine ricordare a Baratelli che numerosi comuni italiani, a partire da Bari, hanno dedicato una via a Italo Balbo.
Per concludere, non mi sembra che l’idea di Vittorio Sgarbi di ricordare il “ferrarese di Quartesana” sia una “proposta indecente”.
Dopo la sua morte, nel luogo in cui perse la vita, un aereo inglese lanciò una corona di fiori. Fu trattato meglio dai nemici esterni che da quelli interni.A Ferrara infatti è vietato anche pronunciarne il nome. È proprio vero : nemo propheta in patria…
Giorgio Fabbri