Economia e Lavoro
6 Dicembre 2018
Appuntamento nella sala Corte Valle all’interno del Museo del territorio

Come migliorare la produzione del pomodoro: incontro a Ostellato

di Redazione | 3 min

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L’Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia, organismo che comprende produttori e trasformatori, scende in campo a fianco degli agricoltori per trattare i temi della sperimentazione varietale, attività finanziata dai soci dell’Oi, e delle problematiche fitosanitarie del pomodoro da industria. Lo fa proponendo un convegno di approfondimento, aperto alla partecipazione di tutti gli operatori del settore e della stampa, in programma venerdì 7 dicembre alle 10 nella sala Corte Valle all’interno del Museo del territorio in Strada Mezzano 14 ad Ostellato (Ferrara)per approfondire il tema “Sperimentazione varietale e gestione delle problematiche fitoiatriche del pomodoro da industria”.

Dopo il discorso introduttivo del presidente dell’Oi Tiberio Rabboni, interverrà Paolo Pasotti di Astra innovazione e sviluppo che presenterà i risultati dei confronti varietali 2018 in provincia di Ferrara. Quindi Loredana Antoniacci e Floriano Mazzini del Servizio fitosanitario dell’Emilia-Romagna parleranno della corretta gestione dei prodotti fitosanitari e di tutela delle acque e, la stessa Antoniacci e Riccardo Bugiani del Servizio fitosanitario dell’Emilia-Romagna tratteranno il tema della gestione anticrittogamica con bassi rapporti di rame. Intervento finale di Clelia Tosi e Anna Piana, sempre del Servizio fitosanitario regionale, sulla Ralstonia solanacearum, grave batteriosi del pomodoro che si sta cercando di contrastare per evitare problemi alle coltivazioni. L’incontro di Ostellato è promosso dall’OI in collaborazione con Astra e Servizio fitosanitario dell’Emilia-Romagna.

Per informazioni è possibile scrivere all’indirizzo info@oipomodoronorditalia.itoppure chiamare i numeri 0521 942470 o 331 6088395 (Lorenzo Mantelli, ufficio tecnico).

I dati del pomodoro da industria

L’Emilia-Romagna si è confermata, anche nel 2018, la regione con la quota più consistente di superfici coltivate a pomodoro da industria pari a 24.140 ettari, seguita da Lombardia (7.307), Piemonte (2.049) e Veneto (1.406). Questa la ripartizione nelle principali province contraddistinte dalla presenza della coltivazione del pomodoro da industria: Piacenza: 9.962 ettari; Ferrara: 5.703; Parma: 4.293; Mantova: 3.775; Cremona: 2.073; Ravenna 2.019; Alessandria: 1.856; Reggio Emilia: 1004; Modena: 763, Verona 727 e Rovigo 564. Seguono altre province con valori più contenuti.

Durante la campagna 2018 – iniziata il 16 luglio e terminata l’11 ottobre – sono state lavorate nel complesso 2.446.932 tonnellate di materia prima, la metà del dato nazionale, da parte di 28 stabilimenti espressione di 21 imprese di trasformazione. Sulla consegna della materia prima si è registrato un calo del -13,18% rispetto a quanto contrattato a causa delle avversità climatiche, diverse sono state le grandinate, e a causa di maturazioni precoci dovute al clima instabile.

Calo anche sul versante dei prodotti finiti con un -8,5% di tutti i derivati del pomodoro (in primis polpa, passata e concentrati) rispetto alla produzione del 2017. Si è infatti passati da 1.246.758 tonnellate di prodotti finiti del 2017 a 1.141.110 del 2018.

Tra i cali più rilevanti spicca quello complessivo dei concentrati, pari a -17,8% (da 187.966 tonnellate dello scorso anno a 154.423 di quest’anno), a maggior ragione in considerazione del fatto che già nel 2017 vi fu un calo del -20,9% dei concentrati rispetto alla produzione del 2016. Scendendo nel dettaglio il calo è del -34,6% per i semi-concentrati; del -11,3% dei concentrati; del -3,8% dei doppi concentrati e del -38,5% per i tripli concentrati. Contrazioni significative si sono registrate anche nella produzione della polpa a cubetti (-34,6% da 358.281 tonnellate del 2017 a 245.787 del 2018) e della passata (-5,3% da 362.302 tonnellate a 345.096).

Al contempo, rispetto al 2017, si registra però una produzione, per quanto più contenuta, qualitativamente maggiore come dimostra il brix medio ponderato di 4,78 più alto di quello dello scorso anno e, di conseguenza, in grado di garantire una maggiore resa di trasformazione.

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