Ostellato
4 Dicembre 2018
Il commento dopo il No delle due comunità appare sereno: "Abbiamo comunque dato la possibilità alle comunità di esprimersi, meglio se avesse risposto qualcuno in più"

‘Fiscaglia con Ostellato’, nulla di fatto per il progetto di fusione di Marchi e Mucchi

di Redazione | 2 min

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Fiscaglia, Ostellato. “L’elettore ha sempre ragione, il popolo è sovrano”. È il commento sereno dei due sindaci Andrea Marchi e Sabina Mucchi, amministratori di due realtà che tramite il referendum consultivo di domenica hanno voluto chiaramente scongiurare la nascita di ‘Fiscaglia con Ostellato’.

Nessun allargamento per Fiscaglia, a sua volta prodotto di una fusione ancora bambina. Era il 2014 quando i cittadini di Massa Fiscaglia, Migliaro e Migliarino accolsero di buon grado l’ipotesi, eleggendo poi Mucchi come primo sindaco del nuovo Comune. Un battesimo che ancora oggi quest’ultima ritiene un percorso positivo di cui rivendica la maternità insieme alla sua maggioranza.

Quanto e se l’esperienza pregressa abbia influito sulla scelta dei fiscagliesi è una domanda lecita. “Non saprei dirlo” risponde Mucchi. “Durante questa campagna referendaria ho percepito questa visione da parte di alcuni rappresentanti dell’opposizione, come da parte degli assessori ostellatesi. Mai dal mio vicesindaco (Fabio Tosi, capofila del Comitato per il No fino a ieri, ndr): sarebbe alquanto strano, non avrebbe senso un suo rinnegare quello che è stato frutto anche del suo lavoro. Mi sarebbe piaciuto fare anche questo nuovo percorso con tutta la mia giunta, ma così non è stato e ciò non farà venir meno il rispetto reciproco. Alle contestazioni dei consiglieri di opposizione invece ci sono ampiamente abituata”.

L’esito del referendum, con il No che ha toccato il 73% in entrambi i Comuni, dà da pensare ma non ha l’effetto di scalfire l’ottimismo di Mucchi. “Abbiamo dato ai cittadini la possibilità di vagliare una prospettiva di futuro, consapevoli che potevano promuoverla e bocciarla. È stato comunque importante dar loro la possibilità di esprimersi, ottenendo l’effetto di riaprire il dialogo e il confronto tra le comunità stesse, che si sono trovate a condividere le motivazioni del Sì o del No. Mi sembra una finalità positiva, indipendentemente dal risultato”.

L’impressione è che sia avvenuta tutt’altro che una spaccatura: “Se dare ai cittadini la possibilità di esprimersi alle urne significa spaccare le comunità, mi chiedo cosa si dovrebbe fare, forse evitare lo strumento democratico del voto?”. Se un rammarico c’è, per Mucchi sta nella limitata affluenza alle urne: “Questo risultato parla e ne prendo atto, ma è il responso del 40% della popolazione: mi sarebbe piaciuto vedere una partecipazione più ampia, e oggi mi interesserebbe capire il perché di questa astensione”.

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