di Giuseppe Malatesta

Goro, Mesola. Seppur in diversa misura, prevale il No nei due Comuni deltizi di Mesola e Goro, chiamati a valutare una fusione che ai voti è stata bocciata dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Se clamoroso è il dato di Goro, dove la bocciatura è quasi unanime con un Sì che si ferma al 10,68% (e un No pari all’89,32%), molto più equilibrato è il responso di Mesola: favorevoli e contrari che se la battono, fino alla vittoria del No pari a 56,65 punti percentuali.

Nonostante una campagna referendaria per il No partita con più calma rispetto ad altre realtà, la bocciatura di Goro e Mesola è maturata convintamente in entrambe le comunità. L’altissima affluenza alle urne di Goro – hanno votato il 65,8% degli aventi diritto – sbilancia di parecchio la responsabilità, positiva o negativa a seconda dei punti di vista, dei fatti. Mesola ha risposto molto più timidamente alla chiamata alle urne: solo il 29,09% degli elettori.

Il voto di domenica infrange il sogno dei due sindaci, Gianni Padovani e Diego Viviani, che nelle settimane passate si erano esposti in numerosi incontri pubblici, non nascondendo spesso l’inevitabilità della scelta di fusione, fatta percepire come unica via per mettere in salvo i servizi in due territori che spesso si sono trovati in difficoltà negli ultimi tempi, nel gorese soprattutto.

Proprio a Goro il No è stato più che mai fiero, e ha convinto un’importante fetta della popolazione a non rinunciare al voto. Lo stop è a questo punto certo per l’iter di istituzione del nuovo Comune, che secondo gli elettori del Sì (ma a votare il nome sono stati anche molti elettori del No) avrebbe dovuto chiamarsi per i goresi Goro Mesola (57%), per i mesolani invece il nome migliore era Castel del Delta (42%).