Politica
2 Dicembre 2018
Per Calvano "è un precedente pericolosissimo". Sostegno anche da Cgil. Ma Lega e M5S parlano di "scontro tutto politico" tra Pd e Ordine

Scontro sulla radiazione di Venturi. Vagnini (Asl): “Follia, non ci sono i medici”. Ma Lega e M5S chiedono le dimissioni

di Redazione | 5 min

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Il dg dell’Asl di Ferrara Claudio Vagnini durante l’inaugurazione di un polo per la medicina di gruppo

di Martin Miraglia

“Mi dispiace molto, Venturi è un grande professionista. Mi dispiace che lo scontro tra Ordine e assessorato degeneri in questa maniera perché è una cosa folle. Io sono un medico, l’Ordine non può mettersi a combattere contro l’autorità politica regionale altrimenti diventa uno scontro tutti contro tutti”.

Commenta così, a margine dell’inaugurazione di un polo per la medicina di gruppo a Poggio Renatico, il direttore generale dell’Asl di Ferrara Claudio Vagnini in merito alla radiazione dell’assessore regionale alla sanità Sergio Venturi da parte dell’Ordine dei medici di Bologna per una delibera, firmata due anni fa, che permette agli infermieri soli di salire sulla ambulanze anche in assenza di medici.

“C’è una difficoltà a reperire medici che è multiforme, e Venturi è stato uno dei primi assessori regionali a dire che il numero chiuso a Medicina era una follia e che era sufficiente fare da filtro nei primi due anni di corso, e questo lo sanno tutti tanto che francesi e tedeschi stanno ritornando sui loro passi”, aggiunge Vagnini che poi prosegue: “Abbiamo una programmazione scarsa: pochi medici si laureano, pochi frequentano le scuole di specializzazione che dovrebbero fornirci 10mila professionisti l’anno e invece ce ne danno 6mila. I medici sono pochi. Chi dovrebbe fare programmazione a cominciare dalle università non lo sta facendo nel modo giusto oppure ci sono altri interessi ma non voglio entrare nella discussione”.

E nel caso di un ipotetico ribaltamento della decisione, ovvero con l’obligatorietà dei medici sui mezzi del 118, l’Asl di Ferrara riuscirebbe a garantire i servizi? “Al momento sarebbe una follia organizzativa. Per mettere medici in tutte le ambulanze bisognerebbe avere un numero di medici che noi non ci sogniamo neanche. È un’operazione che esce dal discorso esclusivamente tecnico, e questa non mi piace. Non apprezzai nemmeno la precedente operazione contro il precedente direttore sanitario dell’Asl di Bologna che diede le dimissioni. L’Ordine dei medici di Bologna sta facendo un’operazione non chiarissima”, conclude poi il dg dell’Asl ferrarese.

La difesa dell’assessore regionale Sergio Venturi però, al netto della solidarietà che arriva dal mondo della sanità, non è univoca. A produrre lo scontro a distanza sull’operato del membro della giunta regionale è la Lega Nord, che invece arriva addirittura a chiederne le dimissioni: “Più di una volta abbiamo messo in guardia la giunta regionale circa l’inopportunità di uno scontro tra istituzioni e medici, così come è da sempre risultato inopportuno creare una contrapposizione così dura tra medici e infermieri, che per il bene del servizio sanitario regionale avrebbero dovuto, invece, lavorare serenamente in sinergia. L’incapacità di dialogare della giunta regionale invece non ha fatto altro che esasperare il dibattito ed oggi ne raccogliamo i frutti con questo epilogo paradossale”, è infatti il commento del capogruppo Alan Fabbri.

Alan Fabbri durante una seduta del consiglio regionale / Archivio

Non solo. “Quello della gestione delle emergenze è un tema particolarmente delicato che rischiava di esplodere già da tempo, ma che tutti hanno ignorato fino ad oggi. Basti pensare alle tante lacune nel settore che spesso hanno portato allo scontro tra medici e infermieri, vittime di un sistema confusionario, dove i mezzi e gli operatori sanitari scarseggiano non garantendo in molti casi gli standard dettati dalle normative”, rimarcano invece altri 8 consiglieri del carroccio tra i quali figura il centese Marco Pettazzoni.

A difendere l’assessore, a seguito delle esternazioni della Lega, arrivano una serie di dichiarazioni di vicinanza. Innanziutto c’è Paolo Calvano, segretario regionale del Pd, che si sente “indignato e al contempo sono vicino e solidale, sia in qualità di segretario regionale del Pd che di cittadino, all’assessore al medico e all’uomo Sergio Venturi. Quanto deciso dall’Odine dei medici di Bologna nei suoi confronti è inquietante e apre un precedente pericolosissimo per il funzionamento democratico delle istituzioni. In base a questa decisione da oggi in avanti se un geometra impegnato nelle istituzioni compisse, nella sua veste istituzionale,  una scelta non condivisa dal proprio ordine potrebbe essere radiato, così varrebbe per un ingegnere, per un avvocato, per un commercialista e via dicendo. In sostanza si è sancito che l’ordine professionale sovrasta le istituzioni. Combatteremo al fianco di Sergio in una battaglia in difesa della libertà e della democrazia e dei diritti civili dei singoli cittadini”.

Interviene anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini che parla di decisione “molto grave e inaudita”. “Sergio Venturi è, oltre che una brava persona, un ottimo assessore e lo ringrazio per essersi messo al servizio di questa Regione. La sanità dell’Emilia-Romagna non si lascia processare da chi, peraltro, nonostante guidi l’Ordine dei medici di Bologna, ha più volte espresso dubbi sull’obbligo vaccinale e sulla nostra legge regionale che ha aperto la strada a livello nazionale”.

E se la Cgil di Ferrara afferma “vicinanza e sostegno all’assessore Venturi”, sottolineando che “le ‘corporazioni’ in Italia hanno fatto tanti danni (e continuano a fare), è arrivato il momento del progresso”, per il M5S “la radiazione è solo l’ultima tappa di uno scontro tutto politico che va avanti da tempo tra la Giunta e l’Ordine dei medici. Scontro che rischia di avere ripercussioni molto pesanti sulla salute dei cittadini visti i temi delicati che in questi mesi sono stati tirati in ballo, a cominciare dai vaccini per finire ai soccorsi sulle ambulanze. Ecco perché chiediamo all’assessore Venturi di dimettersi. È evidente come non ci siano più le condizioni per portare avanti il suo lavoro in completa serenità e senza condizionamenti esterni. La salute e l’incolumità dei cittadini non possono continuare ad essere messi a rischio dai soliti giochi di poltrone e potere a cui ci ha abituati il PD in Emilia-Romagna”.

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