Alan Fabbri
“No all’aumento degli oneri di costruzione non è il momento di fare cassa sui settori in crisi. Per ora siamo riusciti a fermare le cattive intenzioni del Pd e nei prossimi giorni faremo il possibile per mettere in testa alla sinistra che sarebbe un grave danno per tutti, cittadini e imprese, aggiungere oneri economici all’edilizia, già provata da una crisi che dura da anni”.
Così il capogruppo Lega Nord in regione Alan Fabbri interviene sulla volontà della giunta Bonaccini di ritoccare al rialzo gli oneri di costruzione. Il gruppo consiliare della Lega Nord in Regione Emilia Romagna ha bloccato la discussione in aula della delibera di Giunta che prevede la variazione della disciplina di calcolo del contributo di costruzione.
Dopo il voto contrario in Commissione ambiente e territorio, i consiglieri del Carroccio hanno bloccato i lavori in assemblea legislativa e impedito che il provvedimento varato dalla Giunta Bonaccini vedesse luce.
“Abbiamo costretto la maggioranza a fare un passo indietro. Quella che si aspettavano di licenziare nel pomeriggio è una manovra ‘contributiva’ pesantissima che pesca nelle tasche del comparto edile in un momento di grave difficoltà in termini di ripresa e rilancio del settore”, aggiunge il consigliere Massimiliano Pompignoli. “Questa Giunta ha di fatto deliberato l’aumento degli oneri di costruzione ponendosi in contrasto con la normativa nazionale e senza alcun tipo di condivisione con le associazioni di categoria, i Comuni e gli stessi cittadini che, a cascata, subiranno negli atti di compravendita gli effetti di questi aumenti”.
Di fronte a un mercato edilizio in netta sofferenza e con deboli segnali di ripresa, “una manovra al rialzo non serve a nessuno se non a rimpinguare le tasche di certe amministrazioni”, aggiungono. “Questa proposta è passata in sordina, non ne è stata data pubblicità sufficiente e in pochissimi ne conoscono la vera natura”. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che la Lega ha punzecchiato la maggioranza: “Il rischio, vista l’assenza di un’adeguata campagna informativa, era che si ripresentasse la medesima situazione dello stop agli euro 4 e che si arrivasse impreparati rispetto all’entrata in vigore della disciplina”.
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