Portomaggiore
29 Novembre 2018
A Portomaggiore primo confronto con agricoltori e associazioni sullo stabilimento che produrrà gesso da defecazione da spandere in agricoltura

Comitato No Fanghi, preoccupa la nascita del nuovo impianto

di Redazione | 3 min

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Portomaggiore. Riunione partecipata, quella di martedì scorso a Portomaggiore, con i rappresentanti del comitato di fatto costituito dai cittadini residenti per discutere della nascita del nuovo impianto di produzione di gesso da defecazione da spandere in agricoltura.

Presenti i rappresentanti del comitato, alcuni agricoltori e i responsabili di diverse associazione di categoria: Cia, Confagricoltura, Ascom. Il comitato incontrerà man mano anche le altre associazioni che per altri impegni non erano presenti.

Nel corso dell’incontro è stato illustrato il progetto e dove dovrebbe sorgere l’impianto lavorazione fanghi, in via Portoni Bandissolo. La discussione è andata su vari temi, il primo, di cui si parla anche su tutte le testate nazionali, quello dell’innalzamento dei livelli di idrocarburi presenti nei fanghi che è stato approvato dal governo che ha inserito l’art. 41 nel Decreto Genova riferito al crollo del ponte Morandi, livelli che vengono innalzati a 1000 mg per kg, rispetto al dlgs 152/2006 e alla sentenza del Tar Lombardia che ne limitava il livello a 50 mg per kg.

Il secondo tema discusso è stato quello dei cittadini residenti vicino al luogo dove dovrebbe sorgere l’impianto, il quale di punto in bianco potrebbe cambiare la loro vita. Come si evince dal progetto, un traffico annuale stimato di 6.536 camion che entreranno e usciranno dall’impianto. Terzo tema quello ambientale e di conseguenza della salute dei cittadini, per l’aumento delle polveri sottili provocato dal gasolio dei camion e dal rotolamento degli pneumatici sulla strada.

Quarto punto, quello della viabilità, con i camion che dovrebbero percorrere sempre il tratto del territorio argentano da Bando, percorrere la Rangona, strada Bonacciola, per giungere in via Portoni Bandissolo. Come è stato evidenziato nel corso della riunione, attualmente se si passa dalla Rangona si nota benissimo in che stato versa la banchina (sia a destra che a sinistra sta cedendo) di questa arteria che collega i due comuni di Portomaggiore e Argenta. Quinto punto, la ricaduta che potrebbe avere, secondo il comitato, che porterebbe al deprezzamento delle case e al peggioramento del già sofferente settore produttivo per quanto riguarda i negozi sul territorio, dato dal fatto che altri cittadini lasceranno il portuense per andare in territori più salubri.

Senza scendere nella parte scientifica dell’impianto e della sua produzione, sono intervenuti anche i responsabili delle associazioni di categoria. Per quanto riguarda la Cia, vige il principio di precauzione perchè gli agricoltori associati producono un tipo di agricoltura specializzata e di qualità e questi spandimenti dei fanghi vanno bene solo per i seminativi e per produzioni industriali. Il punto di vista di Confagricoltura è quello di affidarsi agli enti preposti ai controlli e se tutto sarà fatto nei modi dovuti e nel rispetto delle leggi, “noi non siamo contrari perchè crediamo che per alcune coltivazioni possa fare bene”. Ovvi i commenti sul fatto che in Italia vengono, molto spesso, elusi i controlli. Già in passato sono stati proposti questi fanghi da spargere agli agricoltori di Portomaggiore, “ma loro non li utilizzano o li hanno utilizzati e non li utilizzeranno più”.

I fanghi arriverebbero dai depuratori civili delle regioni Emilia Romagna e Veneto. Su questo tema c’è anche l’ultima Delibera di Giunta regionale di ottobre, che esplicita quali prodotti possono essere conferiti nella lavorazione dei fanghi per la produzione di fertilizzanti. Il prossimo passo del comitato sarà quello di sensibilizzare anche le associazioni ambientaliste.

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