Riva del Po
27 Novembre 2018
L'Assemblea legislativa ha dato approvato il progetto di legge sulla fusione tra Berra e Ro

Dalla Regione ok al nuovo Comune di Riva del Po

di Redazione | 2 min

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Anche la seconda fusione tra i Comuni ferraresi, già approvata dai cittadini con un referendum, ha avuto il via libera anche dall’Assemblea legislativa della Regione: quella tra Berra e Ro.

Nella mattinata di martedì 27 novembre, dopo l’ok al progetto di legge riguardante la nascita di Tresignana, è arrivata l’approvazione anche per il nuovo Comune di Riva del Po, il cui progetto di legge aveva come relatori, rispettivamente di maggioranza e di minoranza, Marcella Zappaterra (Pd) e Matteo Rancan (Ln).

“Il percorso legislativo – ha ricordato Zappaterra – prosegue ora verso l’istituzione del nuovo Comune di Riva del Po, nome scelto dai cittadini in occasione del referendum consultivo del 7 ottobre scorso, quando i ‘sì’ alla fusione sono stati oltre il 52% in entrambi i comuni. La fusione – ha evidenziato la consigliera – rafforzerà la collaborazione in atto da tempo tra i due Comuni, dando, al contempo, nuove opportunità di sviluppo ai cittadini. I finanziamenti – ha concluso l’esponente Dem – sono importanti (16 milioni in 10 anni) ma non sono l’elemento decisivo, in quanto siamo di fronte a una fusione quasi fisiologica, che nasce dal basso e che darà più efficienza all’amministrazione, consentendo razionalizzazioni e risparmi nonché il rafforzamento dei servizi”.

Passando a un commento più politico, per l’ex presidente della Provincia estense  “le comunità di Berra e Ro hanno accolto la proposta dei due sindaci di dar vita al comune unico per superare le attuali difficoltà che avrebbero condannato i singoli piccoli enti a non essere più in condizioni di dare risposte ai cittadini. La fusione era l’unica speranza per fronteggiare le esigenze di manutenzione del territorio di una vasta superficie come quella attuale di Riva del Po, istituire nuovi servizi di prossimità e predisporre un progetto di sviluppo capace di coinvolgere anche i territori del vicino Veneto. Il caso di Riva del Po ha dimostrato che quando il referendum non si trasforma in una competizione tra partiti i cittadini possono entrare nel merito della questione e valutare la scelta migliore per il loro futuro”.

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