Attualità
26 Novembre 2018
Incontro a Roma. In provincia di Ferrara l’operazione riguarda nove municipi

Poste, non chiuderanno gli uffici nei piccoli comuni

di Redazione | 4 min

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Roma. “In completa discontinuità con il precedente indirizzo aziendale nel nuovo piano industriale, confermiamo l’impegno a non chiudere più gli uffici postali nei comuni con meno di 5mila abitanti sostenendo così la crescita e lo sviluppo dei territori in accordo con enti e pubbliche amministrazioni.

Inoltre, nei 254 piccoli comuni senza ufficio postale, nell’arco di un anno, verranno installati gli Atm per il prelievo automatico di denaro. I circa 3542 comuni senza Atm, ma con ufficio postale, potranno fare richiesta per l’installazione dell’Atm, che sarà valutata nell’arco del piano industriale”.

È una rivoluzione copernicana quella che l’ad di Poste Italiane Matteo Del Fante ha annunciato alla ‘Nuvola’ di Roma in un evento dedicato ai sindaci dei piccoli comuni, quelli con meno di 5mila abitanti, e che per la provincia di Ferrara, al netto delle fusioni, riguarda Lagosanto, Berra, Tresigallo, Goro, Ro, Formignana, Jolanda di Savoia, Voghiera e Masi Torello.

E quello di non chiudere gli uffici postali – che sono pilastri delle piccole comunità, come hanno rimarcato a più riprese i primi cittadini e i delegati intervenuti – è solo il primo di un decalogo di impegni che le Poste hanno preso con le comunità.

I circa 3mila tra sindaci e delegati che hanno preso parte all’evento si sono sentiti dire anche che Poste provvederà a rimuovere tutte le barriere architettoniche – l’80 percento delle quali entro un anno -, aumenterà la sicurezza con l’installazione di telecamere dentro e fuori gli uffici postali, istituirà con il supporto di Cassa Depositi e Prestiti un servizio di tesoreria comunale a prezzi concorrenziali (un servizio sul quale l’azienda punta molto: ci si poteva registrare già durante l’evento), cederà gratuitamente alcuni dei suoi immobili che ora sono inutilizzati alle amministrazioni comunali perché se ne faccia un uso sociale, estenderà il suo servizio wifi e rimodulerà i suoi servizi per i luoghi turistici in base ai flussi di traffico registrati.

“I rapporti con i piccoli comuni sono stati distanti nel corso degli anni. Noi a partire da questo evento vogliamo costruire un ponte verso quelle amministrazioni”, ha aggiunto Del Fante che per confermare l’impegno ha annunciato anche l’istituzione di un ufficio centrale dedicato al 54% meno popoloso del territorio italiano.
Tutte novità queste che lasciano decisamente soddisfatta anche Valentina Montin, assessore al bilancio di Ro delegata a partecipare dal sindaco Giannini e unica amministratrice ferrarese presente all’evento insieme al sindaco di Jolanda Elisa Trombin.

“Sono soddisfatta perché i problemi di Ro sono comuni a quelli di altri 5mila Comuni italiani e Poste Italiane ha deciso di prenderne atto e tentare di risolverli”, spiega, “e per questo auspichiamo che nonostante la fusione con Verrà vengano mantenuti tutti i presidi territoriali. Noi poi rischiavamo la chiusura dell’ufficio postale e quando è stato il momento di affidare la tesoreria comunale abbiamo avuto tanti problemi a trovare un gestore con i nostri bilanci”.

Per gli amministratori locali arrivati a Roma tuttavia non sono solo le Poste ad annunciare dei cambi di policy importanti. “Questo governo sa ascoltare ed è a favore della collaborazione istituzionale”, è stata infatti la premessa del presidente del consiglio Giuseppe Conte che ha poi parlato di una riforma del codice degli appalti “per lavorare meglio” e ha poi elencato i pregi della manovra che permette di “ridefinire i mutui con Cassa Depositi e Prestiti, lancia il fondo per gli investimenti territoriali che servirà anche contro il dissesto idrogeologico e dà aiuti per pagare i fornitori”.

Tutte “nuove relazioni dopo anni di tagli indiscriminati agli enti più vicini ai cittadini” perché “la coesione territoriale è una delle sfide poi importanti del mio governo e i piccoli comuni sono essenziali nella narrativa di questo Paese”.

In ultimo arriva l’annuncio anche del ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Nelle zone di montagna non si possono applicare i criteri delle grandi città. L’impianto istituzionale è monco: cancellare le province senza dare una soluzione alternativa ai sindaci è assurdo: ragioneremo a come risolvere ma le cose o si fanno o no, non si lasciano a metà”.

E ancora: “So che per molti di voi è stato difficile venire qui perché lasciate il Comune scoperto e magari dovete consultarvi con il segretario comunale. È un ragionamento che stiamo facendo sottovoce con Anac e gli organismi di controllo ma lasciamo che i sindaci firmino gli atti”.

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