Cronaca
24 Novembre 2018
Per il giudice la cooperativa non era stata informata di elementi fondamentali sulla villa al momento della stipula della convenzione per ospitare 30 migranti

Caso Gaibanella. Camelot vince la causa civile contro la Gbs

di Redazione | 2 min

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La cooperativa Camelot ha vinto la causa civile contro la società Global Business Service Srl per la vicenda della villa di Gaibanella da destinare – secondo convenzione – all’ospitalità per 30 migranti. La vicenda, risalente all’agosto 2016, fu oggetto di un infuocato incontro nella parrocchia della frazione e poi di ‘barricate’ guidate con successo da Nicola Lodi. Ne nacque anche uno scontro tra i gestori della villa e Camelot che ignorava l’esistenza di alcuni vincoli sull’immobile.

“Il Tribunale di Ferrara ha accolto le ragioni della cooperativa dichiarando l’annullamento per dolo della convenzione sottoscritta con la controparte”, fa sapere Camelot che riporta riporta uno stralcio della sentenza pubblicata il 23 novembre: “È incontestato che il giorno seguente alla stipula (3/08/2016), la Società Cooperativa Sociale Camelot a r.l. ha appreso una serie di circostanze di cui non era stata informata: l’opposizione all’utilizzo della struttura per lo scopo cui la convenzione la destinava da parte della società proprietaria Robinie s.r.l. e, soprattutto, la pendenza di una procedura di espropriazione immobiliare presso il Tribunale di Ferrara”.

“Emerge dunque la correttezza dell’operato di Camelot a fronte di “una condotta materiale idonea ad ingannare” (come riportato nella sentenza) da parte di Global Business Service s.r.l. – afferma la coop -. Negli incontri preliminari alla stipula della convenzione per l’utilizzo di alcune camere presso lo stabile Villa Modoni ove far soggiornare richiedenti asilo accolti nel progetto Mare Nostrum gestito da Camelot, la cooperativa aveva infatti esplicitamente chiesto  – come riportato nella sentenza – se fosse possibile destinare la struttura all’accoglienza dei richiedenti asilo, se la proprietà ne era informata ed era d’accordo perché l’idoneità della struttura ed il consenso della proprietà sono elementi che valutiamo sempre come precondizioni imprescindibili in quanto non è possibile sviluppare i progetti di integrazione che svolgiamo come cooperativa in un ambiente ostile”.

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