Cronaca
21 Novembre 2018
La testimonianza della famiglia che ha intrapreso il percorso partito anche nella nostra provincia

Vesta, la prima accoglienza a Ferrara: “Mohamed rimarrà con noi”

di Redazione | 3 min

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“Quello che facciamo non è niente di straordinario”. Non è falsa modestia quella della prima famiglia ferrarese che ha intrapreso il percorso di accoglienza tramite il progetto Vesta, partito anche nella nostra provincia – nell’ambito del progetto Sprar – a ottobre dell’anno scorso, “ma nel concreto per noi dal 20 giugno di quest’anno”, racconta Martina assieme al marito Michele, ricordando la data in cui il diciottenne Mohamed Camara ha messo piede in casa loro.

“All’inizio pensavamo di dover stravolgere le nostre abitudini, ma non è stato così. Mohamed si è rivelato molto rispettoso, come tutti i suoi amici che abbiamo avuto l’onore di conoscere. C’è uno scambio di abitudini, ma è reciproco, e non ha minimamente influito sul nostro benessere. Abbiamo due figli grandi, che hanno legato molto con lui: mia figlia è diventata la sua ‘big sister’”.

Non ha trattenuto la lacrima il racconto dei coniugi, giunti quasi al termine dei sei mesi previsti dal progetto, e unici della loro ‘tornata’ ad aver portato a termine l’accoglienza: “Dopo la formazione (prevista prima di effettuare l’accoglienza, assieme all’affiancamento di esperti della cooperativa Camelot dal punto di vista legale, burocratico e psicologico, ndr) le altre famiglie non se la sono sentita”. Ciò che ha mosso ancor di più Mohamed a esprimere la sua gratitudine verso la sua nuova famiglia, ma soprattutto “di dispiacere verso i suoi coetanei che non hanno potuto sperimentare la sua stessa fortuna”.

Se quella dell’accoglienza vera e propria non è alla portata di tutti, “esistono altri modi per poter dare un contributo nella stessa direzione”, come quello dell’affiancamento familiare, illustrato da Alessandra Goberti del Centro per le Famiglie e Giordano Barioni della Città del Ragazzo durante l’incontro che di fatto ha aperto il ciclo di formazione per chi volesse intraprendere un percorso in tal senso: “Si tratta di dedicare un po’ del proprio tempo a chi ne ha bisogno – spiegano i relatori – che, come nel caso di S., ritrovatasi da sola con quattro figli in un Paese senza riferimenti, ha voluto imparare quel tanto di italiano che basta per trovare un lavoro, o per poter fare la patente”.

Le stesse finalità che si pone anche il progetto Vesta: “Da quando è con noi Mohamed ha lavorato – raccontano Martina e Michele – non solo quest’estate con la raccolta della frutta, ma anche al Polo Chimico, dal quale ci ha chiamati il suo direttore molto soddisfatto, e per la stessa mansione ha ricevuto una proposta di contratto a tempo indeterminato”. Una dimostrazione di come “tutto questo sia possibile – afferma l’assessore Chiara Sapigni, presente all’incontro – e sostenibile”. E che non fa dubitare i coniugi: “Anche se il progetto finisce – dichiarano – Mohamed rimarrà con noi”.

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