Politica
18 Novembre 2018
Dai primi incontri a un Manifesto condiviso e da condividere per avanzare proposte per le prossime elezioni

La città che vogliamo, lista o gruppo di pressione?

di Redazione | 3 min

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La città che vogliamo, lista o gruppo di pressione? Se ne saprà di più nelle prossime settimane a proposito del gruppo di privati cittadini che da mesi si riunisce per dare in seguito alla “necessità nata tra normali concittadini – spiegano i diretti interessati – in seguito alle ultime elezioni politiche del 4 marzo scorso”.

Gli esiti di queste votazioni hanno lasciato preoccupazione in molte persone che, analizzando i risultati, “si sono rese conto – questo il pensiero dei ‘fondatori’ – dell’assenza di un soggetto in cui si potessero sentire rappresentati”. Così iniziano i primi incontri, di natura spontanea, per ricreare una proposta politica che nascesse dal basso.

Tra i presenti si sono notati in mezzo al pubblico Leonardo Fiorentini, Irene Bregola, Paola Poggipollini, Daniele Lugli, Paolo Marcolini.

Il tavolo dei relatori ha visto invece gli interventi di Federico Battistini, Sara Cambioli e Claudia Cesari, tutti e tre senza esperienze politiche alle spalle e che in questi mesi hanno coordinato i vari gruppi di lavoro.

Durante l’assemblea plenaria pubblica, il primo ad introdurre il progetto è stato Battistini: “Il gruppo ha iniziato a consolidarsi sempre di più nel corso dei mesi, fino ad arrivare ad ottobre, quando abbiamo deciso di creare aree tematiche di lavoro per riuscire a lavorare più concretamente e non rimanere nell’astratto”.

“L’assemblea è ancora ristretta, e per questo c’è bisogno di estenderla a più persone, che siano competenti, in maniera tale da poter dare una solidità credibile all’insieme”, aggiunge Sara Cambioli.

La città che vogliamo in questo ultimo mese e mezzo ha creato un Manifesto, caratterizzato da punti fermi valoriali che invitano la cittadinanza a riunirsi e creare un ambiente di confronto e dialogo.

Si parla di importanza di partecipazione collettiva degli individui, di rivalutazioni di luoghi della città, di ecologia, di lavoro ed accessibilità, ma anche di sport e stimoli culturali, concludendosi con una prospettiva verso il futuro.

Alla spiegazione del Manifesto è affiancata una serie di esempi provenienti da altre città, italiane ed europee, a dimostrazione che nonostante la grande ambizione, molto spesso le proposte del gruppo sono già state attuate in altri luoghi più o meno vicini alla realtà ferrarese.

Il Manifesto è quindi “colmo di spunti ed ispirazioni – spiegano i relatori – che, in vista delle prossime elezioni comunali, potranno essere le basi per un programma di governo cittadino”.

Il Manifesto dovrà trovare una sua trasformazione in proposte concrete, passando dalla teoria alla prassi, il cui sbocco sarà la formazione di una lista civica in vista delle elezioni comunali del prossimo anno oppure la formazione di un gruppo di pressione per consegnare le proprie proposte a un candidato o a più candidati disponibili a realizzarle.

Proprio al termine dell’assemblea era prevista una votazione sul futuro sbocco de La città che vogliamo: lista civica o gruppo di pressione. Ma è stata accolta una mozione proveniente dal pubblico, volta a rinviare la scelta a un futuro appuntamento: troppo poche le forze in campo al momento per poter pensare a un soggetto elettorale.

Già sabato prossimo, in vista della prossima assemblea, fissata sempre al centro Acquedotto a partire dalle 9, si potrà saperne di più.

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