Cronaca
18 Novembre 2018
Esclusi dagli uditori della Conferenza di Servizi, i proprietari seconde case promettono ricorsi e ribadiscono le criticità del progetto

Ex Cercom, il monito di Pro.Sec.Ca: “Con forzature simili è crollata la diga del Vajont”

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Promette ricorsi al Garante comunale della Trasparenza Pro.sec.ca, l’associazione dei proprietari di seconde case ai Lidi comacchiesi, esclusa dagli uditori della Conferenza di Servizi che sta valutando l’ammissibilità del progetto di ristrutturazione e ampliamento dello stabilimento ceramico noto come ‘Ex Cercom’.

“Come a noi – raccontano da Prosecca Giancarlo Sartori e Grazia Benetti –  anche a Legambiente è stata preclusa una partecipazione importante, considerato che il Comune di Comacchio non ha ancora prodotto e pubblicato il ‘documento non tecnico’ previsto in questi casi per agevolare la comprensione del progetto da parte della cittadinanza”.

“Inoltre nessuna assemblea pubblica è stata convocata entro la data ultima dell’8 ottobre – notano – e siamo ormai prossimi alla nuova scadenza del 17 dicembre, ultimo giorno utile per l’inoltro di ulteriori osservazioni: il Comune però non ha ancora dato alcun avviso, mentre il Comitato civico ‘No Fabbrica delle Polveri’, attivatosi per valutare in modo critico il progetto, organizza lunedì 19 novembre la sua seconda assemblea pubblica a Porto Garibaldi”.

Le osservazioni di Prosecca – che sta operando “in perfetta sintonia con i Meetup 5 Stelle locali” – sono state rese note a tutti i soggetti territoriali coinvolti a vario titolo, alle agenzie immobiliari dei sette Lidi comacchiesi, ai componenti stessi della Conferenza e quelli del Tavolo del Turismo, ad associazioni di categoria e consorzi turistici del territorio, nonché a Legacoop, Confindustria, Confcooperative, ai consiglieri comunali e all’Ufficio Urbanistica del Comune.

Oltre ai dubbi – già sollevati da più parti – sulla possibilità di ricorrere alla procedura ‘abbreviata’ della legge regionale 24/2017, i proprietari seconde case sottolineano le ricadute del progetto su ambiente, paesaggio, e microclima dell’area e credono che “per elementari motivi di opportunità civica, sociale e politica lo stesso dovrebbe essere sottoposto non solo alla V.i.a. ma anche ad un referendum popolare”.

“Non risulta poi comprensibile – aggiunge Prosecca – l’intenso impegno dell’amministrazione regionale, peraltro storicamente sensibile al mondo cooperativistico cui Sacmi appartiene, e dell’amministrazione comunale nel promuovere un progetto industriale “destabilizzante” che sarà poi dato in concessione ad una Società spagnola più volte multata per inquinamento”.

Da ultimo ma non meno importante, da parte di ProSecCa si ritiene esistano gli estremi per una diffida dal portare avanti un progetto lesivo dei diritti alla salute dei cittadini e dei villeggianti. “Abbiamo scelto Comacchio per sfuggire all’inquinamento e al traffico delle nostre città e rischiamo di trovarci incastrati in una situazione che non avremmo certo scelto. Questo progetto, proposto forzatamente a suon di varianti, risulta rigettabile dall’attuale contesto storico, sociale e ambientale. Con forzature simili è crollata la diga del Vajont, sono franati ponti, autostrade e territori interi”.

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