La politica locale, e nazionale, si sta confrontando affannosamente sulla necessità della interregionalizzazione o nazionalizzazione del Parco del Delta del Po.
Personalmente la cosa non mi appassiona più di tanto: quello che è certo è che non può esistere un Ente bicefalo, che ha competenze su un vasto ed unico territorio (ancorché ubicato in due Regioni diverse) che ha bellezze naturali, ambientali, storiche ed architettoniche di pregio. Vorrei ricordare ai nostri politici che siamo un’unica Repubblica e non più un territorio diviso tra due Stati: lo Stato Pontificio ed il Lombardo-Veneto. Forse la contrapposizione politica deriva solo dalla necessità di spartire qualche poltrona…!
Qualche lustro fa, l’allora On. Alfredo Zagatti propose la creazione del cosiddetto “corridoio adriatico”: un tratto autostradale che doveva congiungere due importanti porti dell’Adriatico (Venezia e Ravenna) e che, congiungendosi con la superstrada Ravenna Orte, avrebbe costituito un valido asse per il traffico pesante di lunga percorrenza; mentre la strada statale 309, Romea, sarebbe dovuta diventare una strada di servizio per il costituendo Parco.
Purtroppo, si sono solo fatti convegni e chiacchiere: ma del “corridoio adriatico” ormai non ne parla più nessuno. In più, con l’allargamento dell’Unione ai Paesi dell’Europa dell’est, il traffico sulla Romea è aumentato in modo molto considerevole.
L’aumento del traffico, in particolare quello pesante, ha comportato anche l’aumento della pericolosità della statale, una delle strade italiane con maggior numero di morti per chilometro. Così anziché diventare una strada di servizio al Parco la Romea è rimasta solo una strada molto pericolosa e molto trafficata ed, in più, poco curata dalla proprietaria ANAS.
Certamente non un bel biglietto da visita per chi voglia visitare il Parco. Il manto stradale di asfalto, specialmente nel tratto ferrarese (da Mesola a Comacchio) si presenta in pessime condizioni, con buche ed avvallamenti dell’asfalto che costringono i mezzi a vere e proprie pericolosissime gimcane e danni ingenti alle meccaniche dei veicoli che sono obbligati a percorrere il tratto in questione, in particolare quelli dei residenti, che sono obbligati a percorrere l’arteria quasi quotidianamente.
Ma i politici che fanno?
Anziché sollecitare l’ANAS ad una migliore manutenzione, si confrontano su chi vuole un solo Parco (anziché i due attuali) che sia interregionale piuttosto che nazionale.
Ma nessuno ha mai pensato di indagare perché il tratto ferrarese della statale debba rimanere così ammalorato e malmesso?
Si parla di grandi infrastrutture: ma del corridoio adriatico ormai nessuno ne parla più, pur avendo visto progetti, programmi e proposte di finanziamento, che paiono essere caduti tutti nel dimenticatoio.
Lucio Maccapani