di Simone Pesci
Vola sul campo Manuel Lazzari. E, di pari passo, vola anche la sua quotazione di mercato. Giusto così, perché Manuel, che si è fatto da solo a suon di sacrifici e duro lavoro, è ambito da mezza serie A e, perdipiù, da quella che conta, quella che solitamente staziona nella posizione in alto a sinistra della classifica.
Dopo Roma, Napoli, Lazio e Fiorentina anche l’Inter – che già l’anno scorso rimase a bocca aperta nel vedere il laterale spallino scorrazzare a San Siro contro un Dalbert che ci capì poco o nulla – si è rimessa alla finestra, decisa a puntare su di lui come vice Vrsaljko e per ‘italianizzare’ un po’ di più la rosa. La quotazione, però, è importante anche per un club di prima fascia.
Per Lazzari si parla di un valore di circa 20-25 milioni di euro, che non sono brustoline e che per questo potrebbero far desistere in partenza il Torino, che invece l’anno scorso puntava forte sul ragazzo che alla fine, per la gioia della società e di tutti i tifosi spallini, è rimasto a Ferrara. Non si scoraggia, invece, la Lazio, il cui presidente Lotito guarda in casa sua per cercare contropartite da offrire al club di via Copparo con l’intenzione di abbassare il costo del cartellino.
Inter e Napoli prenderebbero volentieri Lazzari già a gennaio, per far crescere lo spallino a fianco dei propri campioni e per fargli fare, di fatto, una sorta di apprendistato. Ma è difficile che la Spal si privi così presto del suo uomo simbolo, vera e propria freccia fondamentale per lo scacchiere tattico di mister Leonardo Semplici. Più facile che il giocatore possa a partire nella prossima sessione estiva. Anzi, è quasi scontato.
C’è da essere realisti, e tutti sanno in cuor loro, compresi i vertici di via Copparo, che prima o poi Lazzari partirà, ma lo farà solo a fronte di una proposta economica adeguatamente alta. La Spal, infatti, non ha necessità di vendere, ma se davvero sarà Inter, Napoli o Roma non si opporrà per non tarpare le ali ad un giocatore che ha contribuito a scrivere la storia di una società alla quale sarà sempre grato per averlo trasformato da brutto anatroccolo a cigno.
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