Attualità
16 Novembre 2018
Il sindaco: "Bisogna capire cosa significano quei fatti. Da lì nasce la Costituzione dove c'è scritto che il potere è soggetto alle leggi e che ci sono diritti inviolabili a prescindere dalla cittadinanza"

Ferrara ricorda gli undici martiri uccisi nel 1943. Tagliani: “Momento per riflettere”

di Redazione | 2 min

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Emilio Arlotti, Pasquale Colagrande, Mario e Vittore Hanau, Giulio Piazzi, Ugo Teglio, Alberto Vita Finzi, Mario Zanatta, Girolamo Savonuzzi, Arturo Torboli e Cinzio Belletti. Ferrara, a 75 anni di distanza, ricorda gli undici martiri fucilati dai fascisti all’alba del 15 novembre del 1943 davanti al muretto del Castello. Una delle pagine più tristi della storia di Ferrara, quella dell’eccidio del Castello, che viene commemorata come di consueto dal sindaco e da tutte le autorità militari, civili e religiose della città.

“Non è un momento mnemonico, ma è un aggiornamento del fatto che porta a delle riflessioni”, chiarisce Tiziano Tagliani appena dopo la deposizione della corona di fiori e la benedizione da parte del rabbino capo della comunità ebraica cittadina rav Luciano Caro e del cappellano militare. “Mi chiedevo – prosegue Tagliani – quale fosse la differenza fra questo omicidio plurimo e i tanti episodi di cronaca o di omicidio attuali. La differenza è che qui a uccidere fu il potere. Ci fu qualcuno che prelevò della gente da casa senza autorizzazioni da parte del potere giudiziario”.

Qui trova spazio la prima riflessione del sindaco, che si concentra sulla parola ‘potere’, che oltre “a significare di essere in grado di fare qualcosa, significa anche una cosa legittima. Loro furono in grado di uccidere tragicamente delle persone inermi, ma furono fuori dalla legittimazione”.

E siccome fu “un atto compiuto con la consapevolezza di tutte le autorità”, Tagliani procede con la seconda riflessione che trova spazio sulle pagine della Costituzione che recita che “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei limiti e nelle forme della Costituzione. Significa che anche il potere dello Stato è limitato dalle leggi, ed è ciò che differenzia oggi con il passato e che garantisce la nostra libertà e i diritti inviolabili”.

E ancora: “Il secondo articolo riconosce e garantisce tutti quanti circa il rispetto di quei diritti inviolabili. Oggi a questi principi dobbiamo fare riferimento, a ciò che viene riconosciuto, a ciò che appartiene intrinsecamente alla dignità umana che va garantita e riconosciuta a prescindere dalla cittadinanza”. Il 15 novembre, dunque, come momento “per fare memoria di quello che è successo e per riflettere rispetto a ciò che significa che è quello che poi ha prodotto la Carta Costituzionale” dove c’è scritto, ribadisce Tagliani, che il potere “è soggetto alle leggi e che ci sono diritti inviolabili che vanno riconosciuti a tutti gli uomini”. 

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