Terre del Reno
7 Novembre 2018
I 40 lavoratori in presidio davanti ai cancelli contro le non risposte sul futuro dello stabilimento. Lodi (Fiom): "Non accettiamo il lento spegnimento dello stabilimento"

Lamborghini Calor, sciopero contro l’incertezza: “Si rispetti il piano industriale”

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Balcani Occidentali: opportunità di business per le imprese

Nuove opportunità di business per le imprese italiane nei Balcani occidentali, con un focus particolare sulla Bosnia Erzegovina: questo il tema dell’affollata iniziativa, promossa e realizzata congiuntamente dalla Camera di Commercio Italo-Bosniaca e dalla Camera di commercio di Ferrara Ravenna

di Martin Miraglia

Dosso. C’erano quasi tutti i quaranta lavoratori della Lamborghini Calor martedì mattina per il presidio davanti ai cancelli dell’azienda contestuale allo sciopero di due ore, dalle 10 alle 12, dettato delle scarse prospettive e delle tante incertezze offerte ai lavoratori dal gruppo Ferroli sul futuro dello stabilimento.

“Non solo è già stato nel tempo dimezzato il numero dei lavoratori, che prima erano 88 e ora sono 40”, spiega Samuele Lodi della Fiom Cgil che ha preso parte alla manifestazione a sostegno dei lavoratori decisa dopo un incontro a dire dei sindacati insoddisfacente avuto con la direzione lo scorso 31 ottobre, “ma siamo ancora all’interno del percorso di ristrutturazione definito al ministero un anno e mezzo fa che prevedeva — in aggiunta ai licenziamenti — l’impegno nel piano industriale di creare qui il polo della ricambistica del gruppo e di concentrare la produzione dei bruciatori in questo sito”.

Temi, entrambi, su cui però il sindacato, facendosi carico delle preoccupazioni dei lavoratori, si dimostra abbastanza scettico. “Il polo della ricambistica non è mai partito e non partirà perché l’immobile è stato posto in vendita. Rimane la produzione dei bruciatori ma in numeri limitati e sicuramente non quanti previsti dagli impegni del gruppo”, continua ancora Lodi che poi sommarizza l’incontro avuto con il direttore delle risorse umane nei giorni scorso dicendo che “non abbiamo avuto nessun tipo di risposte, quindi abbiamo necessità di capire quale sia la situazione e la prospettiva. Per questo ci stiamo attivando sia come sindacati tramite i nostri dirigenti nazionali che con la Regione affinché il ministero (del lavoro, ndr) convochi un incontro per verificare l’attuazione di quel piano industriale”.

“Non possiamo accettare quella che sembra una strategia per far spegnere lentamente lo stabilimento, anche perché viste le prospettive non rosee i lavoratori che hanno altre offerte vanno da altre parti. Vogliamo il rispetto degli accordi presi al ministero e che l’azienda ci risponda”, conclude infine il segretario provinciale della Fiom.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com