Eventi e cultura
27 Ottobre 2018
Riflessione sul linguaggio e sui suoi cambiamenti nell'era digitale all'interno del festival "Ad alta voce"

Elisabetta Sgarbi e Stefano Bartezzaghi tornano alle origini a Ferrara

di Redazione | 2 min

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Il festival “Ad alta voce” fa tappa per la sua 18esima edizione all’ombra del castello ferrarese; caratteristica è la scelta della città Estense, cardine del Rinascimento italiano, come sede delle celebrazioni e degli annessi spazi e dibattiti culturali che sull’onda dell’iniziativa animano l’identità di una diversa città ogni anno.

Tra gli eruditi appuntamenti che la manifestazione, durante questo weekend, sta offrendo, si segnala quello che nel tardo pomeriggio di venerdì 26 ha avuto luogo nella sala d’onore della pinacoteca nazionale di Ferrara.

Introdotto dal breve intervento di Andrea Benini, presidente Legacoop Estense (primo partner dell’iniziativa promossa da Coop Alleanza 3.0) l’incontro intitolato ‘Origini’ ha affrontato il tema del linguaggio, analizzandone i mutamenti alla luce delle modificate abitudini storico sociali dell’era digitale.

Illuminante si è dimostrato poi l’intervento dell’ospite, lo scrittore e giornalista Stefano Bartezzaghi, il quale legando la propria biografia al titolo dell’incontro stesso, ha dapprima saputo ironizzare sulle sue acquisite “origini ferraresi” (essendo stato studente presso l’università di Ferrara) per poi passare in rassegna il tema della conferenza: il linguaggio dalla sua origine fino al contemporaneo; un percorso quello proposto dall’ospite arricchito da riferimenti letterari ed etimologici che non si sono risparmiati di affrontare anche il concetto di “tempo” e la concezione umana che nutriamo di questo, sfociando spesso in riflessioni non lontane dal filosofico.

“Qual è l’origine della parola origine? E’ bello perché è la stessa origine della parola Oriente, viene dal verbo latino oriri ‘sorgere’ ‘avere inizio’”, con queste parole Bartezzaghi ricollegandosi al titolo dell’incontro ha avviato il suo intervento, riportando la linea di pensiero espressa da Levi per la quale le parole non andrebbero mai scisse dalla etimologia che le concepisce.

L’intervento successivo è stato di Elisabetta Sgarbi, tornata alle origini nella città che le ha dato nel ’65 i natali, che ha raccontato lo stretto legame che la avvicina al territorio ferrarese, un attaccamento mai dimenticato che ha anzi visto celebrazioni in alcune opere cinematografiche, si pensi in primis alla trilogia “Gli uomini del Delta”.

Elisabetta Sgarbi ha integrato il suo intervento con un brano tratto dal capito V del “Giardino dei Finzi-Contini” di Bassani; estratto in cui l’autore risponde relativamente alla scelta di prendere la propria tesi di laurea in italiano e non in storia dell’arte, la stessa storia dell’arte ferrarese che sarà ripresa e documentata dal fratello Vittorio.

Dedicato a Bassani e alla sua Micol è stata la breve proiezione cinematografica che ha chiuso l’incontro. L’intero appuntamento è stato intervallato da alcune sinfonie palindrome di Bach e Mozart eseguite a cura del conservatorio Frescobaldi di Ferrara nelle persone di Edoardo Piva e Giuliana Manosa.

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