Ostellato
27 Ottobre 2018
Faccia a faccia tra i sindaci Marchi e Mucchi e gli assessori Tosi e Rossi in occasione della festa di Rifondazione a Rovereto

Fusione Sì o No, i Comitati di Fiscaglia e Ostellato a confronto

di Redazione | 5 min

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Ostellato. L’occasione è stata quella della festa annuale dei circoli di Rifondazione Comunista a Rovereto, i protagonisti gli amministratori ‘dem’ di Fiscaglia e Ostellato, alle prese con un faccia a faccia sul tema fusione. Portavoce dei rispettivi comitati, i sindaci Andrea Marchi e Sabina Mucchi dalla parte del Sì (Pro Fusione) e gli assessori Fabio Tosi e Elena Rossi da quella del No (C’è chi dice No) hanno affrontato con preparazione le domande proposte dal giornalista di Estense.com Giuseppe Malatesta, invitato a moderare il dibattito.

Le ragioni di un Comitato
“È un perfetto strumento democratico di sintesi” dicono i sindaci del Sì, mentre per il fronte del No, spiega Rossi “è frutto della scelta di andare incontro all’esigenza dei cittadini di vederci chiaro e di comprendere le ragioni di una eccessiva fretta nel procedere. Quella della fusione non è una scelta che parte dal basso, né condivisa con comunità e giunte comunali. Restiamo convinti che si debba ponderare meglio un processo irreversibile, anche perché non abbiamo l’acqua alla gola: come dimostra lo studio di fattibilità siamo due enti in salute e questa non è una fusione necessaria”.

Punto in comune tra i due comitati, a detta dei portavoce, l’ampia adesione dei cittadini. “Una trentina di operativi e molti simpatizzanti” riporta Tosi, ricordando come la pagina social del gruppo sia molto seguita. “Emerge una straordinaria energia, un entusiasmo che non può che essere positivo. Credo – dice Marchi – che possiamo tutti appuntarci sul petto il merito di aver liberato energie positive di confronto”.

La dimensione ottimale di un nuovo Comune
Di fronte ai pareri contrastanti di studi specialistici diversi, per il comitato Pro Fusione il dato di riferimento è quello del Tuel, che contempla la creazione di nuovi Comuni in presenza di almeno 10 mila abitanti. Marchi riporta inoltre l’analisi del Ministero dell’Interno, per la quale la soglia ottimale in termini di ottimizzazione delle spese è quella dei 15 mila abitanti (Fiscaglia fusa con Ostellato ne avrebbe pochi meno, ndr). “Credo che aldilà dei numeri – aggiunge il sindaco – la dimensione ottimale si determina anche in base a bisogni e caratteristiche di un territorio”.

“Dire che i numeri non contano significa sminuire tutto il processo” ribatte Tosi. Per il comitato del No, la dimensione ottimale resta compresa tra i 5 e i 10 mila abitanti. “I dati ministeriali dimostrano che, ragionando su entrate e uscite, la migliore resa si ha tra i 5 e i 10 mila abitanti, cioè nella nostra dimensione attuale. L’analisi più recente della Banca d’Italia dice che la minor spesa si realizza in comuni di 7500 anime, la metà di quelle che avrebbe il nuovo ente. Credo sia lecito più di un dubbio”.

Lo studio di fattibilità e i nodi critici
Citando il documento su cui poggia le basi la fusione, “intraprendere un nuovo percorso di fusione oggi per il Comune di Fiscaglia è una scelta abbastanza coraggiosa”. Un aggettivo un tantino esagerato per Mucchi, che ricorda come le due fusioni maturino in contesti molto diversi. “Fiscaglia nasceva per salvare tre comunità da una situazione di forte criticità economica dei tre enti e per garantire una prospettiva. Fu un percorso di solidarietà che ha dato i suoi frutti e che oggi ci permette di proporre ad Ostellato di riprendere un’idea di fusione che questo territorio ha in mente da almeno 25 anni”. A chi intravede fini meramente politici e chiede quanto abbia influito il famigerato ‘4 marzo’ nella proposta, Mucchi risponde che “semplicemente la scorsa primavera abbiamo ripreso in mano un vecchio discorso, andando verso un Comune fraterno con cui condividiamo già molto in un momento in cui poteva proporci come un Comune risanato.

Unioni dormienti e non
Sul tema emergono analisi e scambi di vedute interessanti, con Marchi che non rimpiange di aver abbandonato l’allora Associazione dei Comuni del Delta, antenata dell’Unione di cui fa parte oggi Fiscaglia. “Noi siamo in Valli e Delizie, una vera Unione, strutturata, funzionante e autorevole. Fiscaglia è in un contenitore senza contenuto, un’Unione vuota. Le valutazioni non competono a noi, ma a chi verrà dopo, mentre la legge regionale che istituirà il nuovo comune regolerà attentamente questo passaggio ponendo un limite temporale entro cui scegliere verso quale Unione andare. Quella dovrebbe essere l’occasione per fare una riflessione profonda sul tema delle Unioni”.

“Non appartenere alla stessa Unione e allo stesso ambito territoriale – fa notare Rossi – costituisce un elemento di penalizzazione per noi, che perderemmo una maggiorazione del 30% del contributo regionale. È vero che non compete a noi scegliere, ma proprio per questo bisognerebbe rimandare la valutazione di questo percorso, piuttosto di andare al voto con i punti interrogativi”. Rossi rilancia forme di cooperazione diverse dalle unioni, associazioni di scopo o di progetto che dovrebbero unire “l’intero basso ferrarese attorno alla condivisione di un piano di sviluppo e di investimenti per il territorio. Tutti, compresa Comacchio, capitale del Delta che ci piaccia o no. Si dovrebbe lavorare ad un riassetto complessivo”.

“Le associazioni di quel tipo sono pie illusioni, strumenti molto labili come lo era quella dei Comuni del Delta, morta e asfittica” replica Marchi. “Se non si procede in contenitori strutturati non si va da nessuna parte. Da soli se non hai una struttura forte o autorevole non ottieni nulla e Comuni come Comacchio non ti aprono nemmeno la porta. Evitiamo di confondere la teoria con la pratica”. Sulla correlazione tra crisi demografica e fusione, il sindaco ostellatese ammette: “Vero è che non si combatte lo spopolamento con una fusione, ma quantomeno in dieci anni riusciremmo a mettere mano al territorio, con investimenti che da soli potremmo fare in 26 anni: con politiche intelligenti si potranno sfruttare contributi che non avremo mai più l’occasione di ottenere”.

“I cittadini di Fiscaglia sappiano – conclude Tosi – che hanno solo da perderci. A partire dai contributi, parte dei quali sarebbero dirottati su Ostellato e non incassati. Inoltre le comunità si sono appena ‘ambientate’, rimescolare le carte ancora è inopportuno”.

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