Attualità
26 Ottobre 2018
Lo sviluppo sostenibile è stato il tema dell'incontro che ha aperto la rassegna "Ad alta voce"

Mettere la natura al centro di un nuovo rinascimento anche per Ferrara

di Redazione | 2 min

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Lo sviluppo sostenibile è stato il tema centrale dell’incontro che ha aperto la diciottesima edizione della rassegna “Ad alta voce”, patrocinata da Coop Alleanza 3.0, in corso a Ferrara fino al 27 ottobre. Si parte da Palazzo Costabili, sede del museo archeologico con ‘L’origine è la meta: per un nuovo Rinascimento’: come ha ribadito la direttrice del museo Paola de Santis, è significativo parlarne proprio dove sono conservate le testimonianze della civiltà greca, che ha fondato la nostra cultura.

L’incontro è stato un occasione per parlare del passato ma anche di come è destinata a cambiare Ferrara, una città rinascimentale per eccellenza, che ancora oggi conserva questa impostazione datale da Biagio Rossetti, che ideò un piano urbanistico che univa esigenze pratiche ed estetiche: qual è il futuro di una città come la nostra? Hanno discusso di questo Chiara Tonelli, Stefano Mancuso, Enrico Giovannini e Stefano Boeri.

“È ancora possibile essere utopici in un mondo pessimista? Ci sono tre alternative – ha affermato Giovannini – una visione distopica, secondo cui avremo guerre, conflitti a causa del cambiamento climatico, delle migrazioni, proveremo ad alzare muri ma non sarà sufficiente, avremo disuguaglianze crescenti etc; una seconda visione, la retrotopia di cui parla Baumann, cioè un’idea di un mondo troppo complesso, che sta correndo troppo, e la soluzione è fare un passo indietro. Unica alternativa è un’utopia sostenibile: i grandi della terra hanno firmato nel settembre 2015 l’agenda 2030, un grande piano per portare il mondo sul piano di uno sviluppo sostenibile non solo ambientale, ma anche economico, sociale e istituzionale. Le città, grandi e piccole hanno un ruolo fondamentale”.

Come ha sottolineato Chiara Tonelli le città sono molto cambiate, per adattarsi alle necessità di una società radicalmente mutata. Ma già quando Ercole I d’Este chiese a Biagio Rossetti di raddoppiare la città e di rafforzarne gli aspetti difensivi, l’architetto progettando l’Addizione Erculea vi integrò delle aree verdi. Perché il verde è così importante nelle città? A rispondere è stato Stefano Mancuso: “Il nuovo rinascimento dovrebbe mettere la natura al centro di tutto. Questo ci permetterebbe di capire che l’uomo è ‘superfluo’: ciò che stiamo facendo ci ha messo sulla via dell’estinzione. Cosa possiamo fare? Dovremmo coprire ogni luogo del pianeta con piante, questo che sembra un’utopia è forse l’unica cosa che potrebbe salvarci per ridurre i danni che abbiamo creato nell’ambiente”.

Hanno accompagnato l’incontro le esibizioni di alcuni studenti del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara.

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