Politica
23 Ottobre 2018
La minoranza accusa l'assessore di non aver rispettato il Milleproroghe. Tagliani: "Non è colpa sua, le dimissioni andrebbero chieste a qualche ministro"

Vaccini. Fallisce la mozione di sfiducia, Corazzari rimane al suo posto

di Redazione | 4 min

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L’assessore all’istruzione Cristina Corazzari rimarrà al suo posto. La mozione di sfiducia presentata dalla minoranza dopo la debacle dei vaccini e discussa nel consiglio comunale di lunedì è fallita dopo essere stata veementemente contrastata dalla maggioranza a trazione Pd, con i proponenti della rimozione che hanno pubblicamente sperato in una segnalazione del suo comportamento alla procura mentre dall’altra parte dell’aula sono piovuti i ringraziamenti per il suo operato.

Per la minoranza, quasi in toto, la rimozione delle deleghe sarebbe dovuta arrivare perché, con l’arrivo in alcune scuole dei carabinieri a causa di diverse irregolarità con il certificato vaccinale, l’assessore non avrebbe rispettato le disposizioni del decreto Milleproroghe che invece permette l’accesso alla frequenza ai bambini con un iter vaccinale aperto.

“L’amministrazione ha ignorato la legge mettendo in difficoltà famiglie e creando paura e minacciando un apartheid nei confronti di un minore per il quale si è detto che sarebbe stato fatto ‘giocare da solo’“, dice infatti il capogruppo di Gol in consiglio comunale Francesco Rendine, un comportamento che “prescidendo dall’appartenenza politica o dallo schieramento merita la revoca delle deleghe o le dimissioni”.

Dal Pd arriva una lettura contraria, in primo luogo dal consigliere Facchini secondo il quale la questione in realtà è sul tema delle vaccinazioni: “Oggi tutti si improvvisano medici e infermieri, ma in un quadro di recrudescenza di malattie che pensavamo superate la Regione ha legiferato sull’obbligatorietà dei vaccini con un provvedimento votato anche da Sel, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ed è a lei che spetta la potestà legislativa su questi temi. Il Milleproroghe non costituisce un principio che supera le leggi regionali, quindi l’obbligo permane”, dice, e i carabinieri sono stati chiamati “solo per fare un incontro tra soli adulti e spiegare la situazione” nonostante “nessun bambino sia stato escluso dalla scuola“. Da Facchini arriva quindi la richiesta di rigetto della mozione di sfiducia all’assessore.

Per Alessandro Balboni invece “o l’assessore ha ignorato leggi dello Stato per motivi ideologici o per mancanza di scrupolo: qui si trattava di bambini per i quali l’appuntamento vaccinale era stato richiesto”, poi tocca a Deanna Marescotti che ripete grossomodo i talking points precedenti della maggioranza tornando però all’attacco: “Il motivo di questa mozione è la lettera dei genitori venuti qui in un altra sessione di consiglio con una lettera in mano. Non è dignitosa, è solo un’opportunità di bagarre per compattare la minoranza, perché una sull’opportunità vaccinale l’avrebbe divisa”.

Alla fine il dibattito si chiude per lasciare spazio alle dichiarazioni di voto, con il vicesindaco Maisto che ripete come “tutti i bambini sono sempre andati a scuola, e non è nemmeno vero che tutti avevano già l’appuntamento perché basta quello informativo. Le dimissioni sono sempre un atto politico e io credo che Corazzari vada ringraziata perché come altri amministratori ha affrontato per giorni e giorni decine di riunioni con i genitori, convincendone tanti e facendo sì che a Ferrara si sia tornati sopra alla famosa soglia del 95% di copertura che permette l’immunità di gregge”.

Se per Ilaria Morghen (M5S) “questa non è la prima volta che Corazzari interpreta le leggi a senso unico”, per Matteo Fornasini (FI) “la mozione non vuole sminuire la vaccinazione e non intende mettere in discussione la legge Lorenzin”, ma “fa ridere che ci si lamenti delle forze dell’ordine nella zona Gad e poi le si mandino nelle scuole”.

Alla fine è il sindaco Tagliani a chiudere ogni spiraglio alla mozione: “Le richieste di dimissioni non sono mai un atto giuridico-amministrativo come afferma la minoranza, quelle si impugnano davanti al Tar. Sfido Rendine a dire quale sia l’atto da contestare, non certo le lettere dei dirigenti. La valutazione dell’iter normativo è stata estremamente complessa, con pareri degli avvocati interni estremamente variegati, e a fine settembre l’iter era già avviato. Non è colpa dell’assessore se il ministero con una circolare pensa di modificarne l’efficacia, tanto che a quella circolare è stata data agibilità politica proprio con il milleproroghe il 21 settembre. Qui non c’è niente di impugnabile, il decreto è arrivato ad attività didattica già avviata: le dimissioni andrebbero chieste a qualche ministro, decidete voi se di quello all’istruzione o di quello alla salute”.

Alla fine, la mozione presenta 29 voti validi, dei quali 10 a favore della rimozione e 18 contrari. Anche Corazzari quindi, dopo i precedenti di Sapigni, Alvisi e Ferri, rimane al suo posto.

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