Cento
21 Ottobre 2018
Dibattito pubblico in sala Zarri, a Cento, con Pietro Basso e Amnesty International

Si Cobas contro razzismo e repressione del nuovi proletari

di Redazione | 3 min

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Nella giornata di martedì 26 marzo sono stati intensificati i controlli dei carabinieri nel territorio comunale di Cento (e zone limitrofe) con l'obiettivo di prevenire e reprimere i reati contro il patrimonio e lo spaccio di sostanze stupefacenti, anche tramite l'impiego dei Nas, che hanno controllato aziende alimentari per accertare il rispetto delle normative sanitarie

di Serena Vezzani

Cento. Razzismo, immigrazione, condizioni lavorative operaie e manovre di repressione del governo: questi i temi toccati durante il dibattito pubblico organizzato da Si Cobas, a partire dalle 20 in sala Zarri, dopo il presidio davanti allo stabilimento della Vm Motori.

È ai minimi storici, secondo i lavoratori di Si Cobas, l’immigrazione extracomunitaria in Europa: la vera immigrazione in corso è infatti “l’invasione neo-coloniale dell’Africa da parte delle multinazionali, degli Stati e degli eserciti europei, un saccheggio di materie prime che costringe braccianti e cittadini a emigrare”.

Quella che è stata messa in atto dal governo è “una campagna politica istituzionale di violenza nei confronti dei richiedenti asilo e degli immigrati, concretizzata nel varo del decreto Salvini” dichiara il professore Pietro Basso del Cuneo Rosso, “nonché una campagna razzista di spudorate menzogne, a partire dal presunto aumento di immigrati: nel 2018 si è registrato un calo del 35%, mentre i morti in mare, diminuiti secondo il governo, sono aumentati del 400%”.

La campagna del governo giallo-verde va nella direzione di “depenalizzare reati a favore delle organizzazioni malavitose, con l’obiettivo di mettere sul banco dei deputati gli immigrati, accusati di essere responsabili di tutti i mali dell’italiano, concorrenti sleali nel mercato del lavoro, di vivere a scrocco sul welfare, di importare criminalità, abbassare salari: eppure non sono loro ad avere votato il Jobs act, la riforma Fornero o il Fiscal compact, e soffrono ancora di più dei lavoratori italiani di queste manovre anti-proletarie”. Infatti “i 6 milioni di immigrati sono costretti ad accettare condizioni peggiori e salari più bassi, pagano più tasse e contributi di quanto ricevono in welfare e pensioni”.

Dice basta poi il sindacato alle missioni militari o alle guerre imperialiste, e propone “un azzeramento del debito dei paesi dominanti verso quelli dominati e la finanza internazionale”.

Interviene poi la referente centese di Amnesty International, Marina Govoni, che ha illustrato le campagne di monitoraggio e sensibilizzazione in corso dell’organizzazione a difesa dei diritti umani, tra cui “Conta fino a 10”, una campagna di sensibilizzazione sull’uso e sugli effetti del linguaggio discriminatorio, violento e offensivo: stando ai risultati pervenuti, soprattutto sul web, “il 51% appartiene al partito della Lega nord, seguono poi Fratelli d’Italia e Forza Italia, Casapound e il Movimento 5 stelle. Il 91% dei bersagli sono gli immigrati, l’11% riguarda l’islamofobia, e il restante include risultati sessisti od omofobi”:

“Il nostro obiettivo” conclude Simone Carpeggiani, coordinatore di Bologna di Si Cobas, “è quello di un abbattimento del sistema capitalistico. Il 26 ottobre sarà indetto lo sciopero generale di tutte le categorie sindacali, mentre il 27 ottobre seguirà la manifestazione nazionale a Roma. Goccia dopo goccia, speriamo nell’arrivo di quell’onda che spazzerà via questo governo e tutto quello che rappresenta, perché il razzismo è una droga e un veleno che intossica le menti dei lavoratori”.

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