Ostellato
20 Ottobre 2018
Cittadini e amministratori proseguono la campagna referendaria: "Ci sono soluzioni diverse per efficientare servizi e personale"

Fiscaglia-Ostellato, i No Fusione: “Nessuna sostenibilità sul lungo periodo”

di Redazione | 4 min

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Una mostra storico-documentaria dell’Antifascismo e della Resistenza

L'Anpi di Fiscaglia in collaborazione con il Comune, nel contesto delle celebrazioni del 79esimo anniversario della Liberazione, ha allestito una mostra storico-documentaria dell'Antifascismo e della Resistenza nel comune di Migliarino e Migliaro che sarà inaugurata sabato 20 aprile alle ore 10.30 presso l'ex Teatro Severi a Migliaro

di Giuseppe Malatesta

Ostellato. Stare alla larga dalla fusione e da un “fardello” da cui non ci si potrà liberare, valutare forme associative alternative e considerare la sostenibilità economica e gestionale del ‘matrimonio’ tra Ostellato e Fiscaglia quando i contributi previsti andranno ad esaurimento. Il Comitato ‘C’è chi dice No’, che riunisce amministratori e cittadini contrari dalla prima ora, rinnova l’invito ad un voto consapevole e ragionato e alla stampa locale affida dati e considerazioni su quello che viene inteso come uno sciagurato tentativo di dare vita ad un nuovo immenso Comune.

Di fronte alla prospettiva di un territorio di circa 300 km quadrati con una densità di popolazione di circa 60 abitanti per km quadrato, a preoccupare i convinti oppositori è soprattutto “la difficoltà futura di erogare servizi di qualità”. Lo sottolinea il fiscagliese Massimiliano Bruschi, ma anche Fabio Tosi, vicesindaco in carica nella cittadina ancora coinvolta nel processo di fusione che nel 2014 unì Massa Fiscaglia, Migliaro e Migliarino sotto un unico municipio.

“La sostenibilità futura – spiega Tosi – è il vero tema di questa campagna referendaria: gli incentivi ‘drogheranno’ il bilancio nei primi anni ma il problema, in un territorio molto vasto e con poco personale in organico, subentrerà quando questi andranno ad esaurimento”. Guardando indietro di 5 anni, Tosi rivendica la validità della fusione fiscagliese, “una fusione di necessità sostenuta dai dati (tratti da studi regionali, ministeriali e di Bankitalia) che ancora oggi ritengono vantaggioso questo processo se il nuovo Comune mette insieme dai 5 ai 10 mila abitanti”.

Non è il caso di ‘Fiscaglia Ostellato’. “Credo che chi come me ha amministrato territori interessati da fusioni debba tenere in considerazione questi aspetti, e portare a valore una maggiore esperienza anche in questo caso”. Restando in tema, Tosi ricorda che “chi oggi delinea promesse sul futuro non è detto che si troverà ad amministrare il nuovo Comune”.

Superare “la politica dell’oggi” e ragionare in prospettiva significa anche “prendere in considerazione le criticità legate all’appartenenza di Fiscaglia e Ostellato a unioni diverse”, ricorda Elena Rossi, assessore di Ostellato che si sofferma sui contributi statali e regionali in ballo. “Ostellato entra in corsa e ne sarà penalizzato perché, come stabilisce il decreto Minniti, in caso di fusione con un Comune risultato da una fusione i contributi non ripartono da zero, ma proseguono per tanti anni quanti ne restano al primo Comune: in questo caso Ostellato perderebbe 5 anni di contributi già goduti da Fiscaglia. Inoltre – sottolinea Rossi – il contributo statale dei due Comuni sommato farebbe 2,4 milioni (1,5 a Fiscaglia e 900 mila euro ad Ostellato), ma lo Stato eroga massimo 2 milioni, il resto andrà perduto”.

“Forte è la criticità sulla certezza dei contributi stessi: annualmente Stato e Regione mettono a bilancio un totale che va suddiviso tra i vari Comuni fusi e, con il fiorire di proposte in questo senso, è logico pensare che subiranno una contrazione. Chi promuove la fusione – aggiunge ancora Rossi – giustifica la fretta con la necessità di fronteggiare il rischio che un domani ci costringano a fonderci senza incentivi: è una sciocchezza, l’articolo 5 della Costituzione rende impossibile questa prospettiva. Per noi la strada da percorrere è quella di forme alternative di associazione, che siano di scopo, di progetto oppure unioni che possano servire ad efficientare servizi e personale e fare economia di scala”.

Mosso da questi propositi, il Comitato proseguirà gli incontri civici previsti nelle diverse località, allo scopo di preparare la cittadinanza ad una scelta di responsabilità. “Cerchiamo di farlo in maniera più neutrale possibile – racconta Massimiliano Mazzini di Fiscaglia – memori dell’esperienza della precedente fusione, che ha portato aspetti positivi ma anche molti negativi”. Claudio Marchisio, ex consigliere di opposizione a Migliarino, ha vissuto dall’interno l’iter triennale che ha visto nascere Fiscaglia: “Tre anni – fa notare -, non certo tre mesi. Il nostro intento, come gruppo politicamente eterogeneo ma omogeneo negli intenti, è dare ai cittadini una visione diversa dal Sì, portando dati tecnici, non politici: non siamo in campagna elettorale. La mia idea? Credo che a decidere di una eventuale fusione futura debba essere la prossima amministrazione, che non merita a marzo prossimo di trovarsi sulle spalle qualcosa che hanno promosso altri”.

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