Attualità
19 Ottobre 2018
Il tossicologo Matteo Marti fa il punto sul “mercato subdolo” delle ‘droghe intelligenti’

Spaccio, web e informazione: “Non esistono droghe leggere”

di Redazione | 3 min

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“Il problema dello spaccio oggi è che il mercato è sempre più subdolo. Un ragazzo si può tranquillamente ordinare un prodotto su internet spacciato per una sorta di farmaco con tanto di foglietto illustrativo, pagarlo con una prepagata, e avere pure un gadget in regalo”.

E’ un grottesco ma spietato scenario quello che il tossicologo, nonché rappresentante del centro collaborativo del Dipartimento Politico Antidroga Matteo Marti dipinge della nostra realtà, in un incontro che ha riempito le sale della parrocchia dell’Immacolata.

In una società in cui “la superficialità e la faciloneria sono sempre più di casa”, come esordisce don Stefano Zanella, il dottor Marti traccia la linea di quelle che sono le ‘prassi’ sempre in divenire e che risulta difficile riconoscere spesso per mancanza d’informazione. Come i cosiddetti ‘psiconauti’, ossia “persone che dicono di aver testato l’effetto, per esempio, di un farmaco che migliora la performance”, aumentando così la fittizia credibilità nell’acquirente, spesso ignaro di ciò che sta comprando e che, inevitabilmente, assumerà.

A proposito di ‘mala-informazione’, Marti mette in guardia da quelle che sono state sempre considerate le ‘natural drugs’ o ‘smart drugs’(letteralmente ‘droghe intelligenti’), che camuffate con un prefisso positivo hanno instillato l’idea che “esistano droghe leggere, o che un uso sporadico non sia poi così grave”, prosegue, portando a esempio come l’assunzione di cannabinoidi, anche poco frequente, possa portare a disturbi psicotici molto gravi.

Certo, “la cannabis ha un principio attivo, il cannabidiolo, che ha proprietà curative su particolari patologie, ma bisognerebbe sviluppare il farmaco estrapolandolo, non legalizzare la cannabis, che è ciò che la classe politica vorrebbe fare”. Un attacco che trova ragioni più ampie del nostro Paese, se si pensa che “ad oggi sono 670 le nuove molecole delle cosiddette sostanze psicoattive in Europa (tra gli allucinogeni, per esempio, il NBOMe, o i fentanili, che hanno causato 2 o 3 decessi recenti nel nostro Paese), e più di 800 nel mondo, considerando soprattutto Asia e Stati Uniti. E il fatto che siano là non ci rende in sicurezza – avverte Marti- perché una nuova molecola che viene identificata in Cina, ci mette poche ore ad essere reperibile sul web anche qua”.

L’assenza di controllo sull’età dell’acquirente è un altro spaventoso punto critico del ‘mercato del web’: una ‘bomba’ potente almeno quanto le sostanze descritte dal tossicologo, “quasi più pericolose rispetto alle vecchie droghe (eroina, cocaina, Lsd, ecc), poiché poco identificabili dai classici screening di analisi, il che porta spesso a interventi clinici di emergenza, con l’assunzione di farmaci che rischiano di interagire con sostanze di cui sembra non esserci traccia”.

Agitazione psicomotoria e aggressività, reazioni anch’esse subdole e facilmente camuffabili nella vita quotidiana di tanti adolescenti, “possono alla lunga trasformarsi in effetti convulsivi o arresto cardiocircolatorio”. Una verità che il dottor Marti, in collaborazione con la Questura e il Provveditorato degli Studi, sta diffondendo il più possibile nelle scuole, attraverso il lavoro degli Amici di Copernico. Ma il lavoro più grande è quello dei genitori di oggi, e giovani di ieri, che a loro volta, spesso, sono stati disinformati.

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