Eventi e cultura
18 Ottobre 2018
Da venerdì 19 ottobre e fino al 12 dicembre sarà possibile scoprire come appariva decorata grazie a una proiezione luminosa digitale

Con “Sogno o son deste” Casa Romei si illumina con un restauro multimediale

di Redazione | 4 min

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Casa Romei

Qual era la ricchezza ornamentale dei decori del doppio loggiato del Cortile d’Onore della quattrocentesca Casa Romei a Ferrara? Grazie al progetto “Sogno o son Deste” da venerdì 19 ottobre, a partire dalle ore 19 e fino al 12 dicembre, sarà possibile scoprire come appariva decorata grazie a una proiezione luminosa digitale realizzata fedelmente con tecniche di ricostruzione virtuale d’avanguardia. Sogno o son Deste” è infatti il progetto di cultura figurativa, realizzato in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Carife (Cassa di Risparmio di Ferrara), Fondazione di Vignola e Bper Banca, che mette in luce – letteralmente – le residenze e le architetture della casata d’Este, antica signoria italiana di Ferrara che ha dominato dal 1208 fino al 1859 i territori che si estendono tra Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Grazie alla preziosa collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Università di Ferrara, è stato possibile ricostruire le decorazioni della quattrocentesca dimora.

L’appuntamento (in via Savonarola, 30) sarà preceduto, a partire dalle ore 18, da un concerto a cura del Conservatorio “Frescobaldi” di Ferrara: Cantar Sacro e Cantar Profano, musica alla Corte degli Este. J. Desprez, un fiammingo alla corte estense: dall’omaggio sacro della Missa Hercules Dux Ferrariae al divertimento giocoso delle frottole. A esibirsi sarà l’Accademia corale Vittore Veneziani: Officina Musicae diretto da Maria Elena Mazzella, insieme all’ensemble rinascimentale del Conservatorio di Ferrara e al trombone rinascimentale Mauro Morini.

Casa Romei ospita un ricchissimo e affascinante percorso museale che attraversa la cultura e l’arte ferrarese del XV e XVI secolo. Ancora oggi possiamo ammirare il dialogo tra i cicli pittorici creati nelle sale interne del pianterreno e le pitture che abbelliscono l’esterno. Nei loggiati e nel monumentale Cortile d’Onore figurano decorazioni fiorite tardogotiche, con riferimenti all’araldica della famiglia Romei, e Sibille dipinte nella sala gotica che prende il loro nome. Questa stretta relazione coloristica e di stile tra l’interno e l’esterno dell’edificio – di cui purtroppo ci sono pervenuti rari esempi – era molto frequente nel quattrocento. Il progetto “Sogno o son Deste” ricompone con la luce – tramite i rilievi con laser scanner 3D – i decori del doppio loggiato, realizzando una copertura ortofotografica delle pareti dipinte.

Le proiezioni proseguiranno fino al 12 dicembre e saranno accompagnate da una serie di eventi collaterali nell’ambito di Openart, organizzati in collaborazione con il Conservatorio di Ferrara, l’Ente Palio, il Museo Archeologico e i Musei Civici di Arte Antica.

Illusione o realtà? “Sogno o son Deste” mira a ricomporre il linguaggio artistico dell’universo iconologico estense, che dialogava con facciate di rocche, palazzi, ville e chiese, per restituire la narrazione di quel mondo artistico – tra i più importanti nella storia della cultura italiana – e farlo risplendere grazie alla proiezione luminosa digitale, con un impatto visivo immediato capace di creare stupore e meraviglia nello spettatore. Il lavoro prevede di coinvolgere nel tempo molte residenze della casata, per restituire la spettacolarità della cultura figurativa estense. Quest’ultima infatti era pensata per conciliare necessità concrete relative alla conservazione degli edifici a quelle di comunicare messaggi politici, dinastici e di esaltazione della storia e delle virtù degli Este. L’inesorabile scorrere del tempo ha cancellato quasi completamente questo patrimonio, tanto da farne dimenticare l’esistenza. L’ambizioso progetto “Sogno o son Deste” mira quindi a far tornare a splendere, grazie alla proiezione luminosa digitale, quel patrimonio dell’Italia come paese dipinto che da secoli suscita l’ammirazione di chi lo visita, promuovendolo e migliorandone la tutela e la fruizione. In particolare l’azione di valorizzazione si concretizzerà, tramite la collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, attraverso una campagna di rilievi architettonici realizzati utilizzando le tecnologie d’avanguardia già messe in campo, alla scopo di dare vita a una banca dati conoscitiva dello stato di conservazione, non solo degli edifici di cui si ricomporranno le decorazioni esterne, ma anche di opere architettoniche – sempre legate al territorio estense – che versano in condizioni di degrado o semi abbandono, come le numerose pievi, oratori o chiese, contenenti affreschi del XIV-XVI secolo, situate nell’Appennino modenese.

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