Non sono piaciute ad Alessandro Balboni, consigliere comunale di FdI-An, le parole di vicinanza del sindaco Tiziano Tagliani nei confronti di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, fautore del ‘modello Riace’ sull’integrazione dei migranti, finito agli arresti domiciliari (revocati martedì sera) in un’indagine della magistratura per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’irregolarità nei bandi per la raccolta dei rifiuti, nonché (ma il gip l’ha ritenute accuse non fondate) per truffa.
A Balboni, che ha presentato una mozione, non è piaciuta la frase del sindaco pronunciata durante un presidio del pomeriggio del 6 ottobre davanti al Teatro Comunale, in cui Tagliani esprimeva solidarietà per Lucano. Per il consigliere di Fdi-An, “dovrebbe essere scontato l’uso di cautela nel rilascio di dichiarazioni da parte di chi ricopre un ruolo di alto valore istituzionale, soprattutto in casi controversi come questo, dove la giustizia sta facendo ancora il suo corso”. Balboni, inoltre, ritiene “del tutto incomprensibile come il Sindaco della nostra città abbia preso parte a una manifestazione puramente ideologica, ignorando qualsiasi forma di prudenza e di rispetto delle istituzioni democratiche, in primis del ruolo della magistratura, arrivando a giustificare comportamenti di gravità inaudita e che potrebbero essere confermati definitivamente in sede processuale”.
“L’equilibrio tra i poteri del nostro Paese, sul quale si fonda la democrazia, è da tutelare e difendere – prosegue Balboni – ed è un grave vulnus per i cittadini e per la coscienza collettiva assistere alla scena di rappresentanti delle istituzioni che di fronte a norme a loro sgradite mettono in atto azioni contestatorie”.
Per questo, nella mozione, Balboni chiede che il sindaco si impegni “a on favorire, giustificare o minimizzare qualsiasi atto di disobbedienza o di illegalità messo in campo contro le leggi del nostro Stato o contro l’attività della Magistratura; poiché le norme del nostro Paese non possono essere delegittimate proprio da chi è rappresentante delle istituzioni stesse”.
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