di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Dipendenti comunali ufficialmente in stato di agitazione a Comacchio. La decisione giunge al termine della seconda assemblea sindacale convocata dalle rappresentanze di Cgil, Cisl e Uil in seguito alle ripetute rimostranze dei lavoratori, pervenute negli ultimi mesi e culminate in un fronte comune di protesta con dirigenti e amministrazione comunale.
La generale richiesta di vedersi riconosciuta “maggiore dignità sul posto di lavoro” si unisce, nella formale attivazione della procedura sindacale, alla necessità di approfondire le condizioni di sicurezza dei luoghi in cui i dipendenti si trovano quotidianamente ad operare.
Le numerose testimonianze in sala – 103 i presenti, di cui 100 favorevoli a procedere in tal senso, 1 contrario e 2 astenuti – non hanno lasciato infatti alcun dubbio sulle condizioni precarie di diversi locali adibiti a uffici pubblici, alcuni dei quali addirittura sprovvisti di certificazione di agibilità e antincendio.
Sarà questo il cardine della vertenza. “Non dimenticando le problematiche relative alle relazioni interpersonali con dirigenti e colleghi, e quelle legate all’applicazione di un regolamento interno sugli orari di lavoro, rileviamo che quello della sicurezza è un tema comune a tutte le situazioni” riepilogano i rappresentanti delle sigle sindacali, Luca Greco (Fp Cgil), Francesco Bertelli (Cisl-Fp) e Gianni Squarzanti (Uil-Fpl).
Se le prime due questioni erano quelle emerse con più prepotenza nel corso della prima assemblea del 26 settembre, le testimonianze sulla carente sicurezza e vivibilità dei luoghi spiccano su tutto il resto nel corso del nuovo incontro convocato a Palazzo Bellini, in cui sono state riportate alla memoria le numerosissime missive indirizzate “con scarso o inefficace riscontro” all’amministrazione sia dai dipendenti che dai sindacati.
“Chiederemo un incontro urgentissimo al sindaco Marco Fabbri – spiega Greco – e procederemo ad una segnalazione formale alla Ausl competente in materia di sicurezza e igiene dei locali, sollecitando verifiche e ponendo le basi quindi per un serio piano per il ripristino delle condizioni di sicurezza. Nel frattempo continueremo a ragionare sulle altre problematiche, sul regolamento come sui rapporti con i dirigenti”.
Chiaramente ad un punto di rottura sono invece i rapporti tra amministrazione pubblica e sindacati, con questi ultimi che hanno poco gradito l’iniziativa dell’ente di convocare i dipendenti all’indomani della prima assemblea. “È un atteggiamento schizzofrenico e scorretto: prima andava portato a termine il confronto sindacale. Noi ci siamo comportati come dovevamo, ci saremmo aspettati lo stesso”.
L’auspicio, in conclusione di assemblea, è che la mobilitazione non debba fare i conti con ripensamenti da parte dei dipendenti stessi che renderebbero inefficaci manifestazioni e scioperi che si prospettano all’orizzonte.
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