Spal
12 Ottobre 2018
Un carabiniere ammette il pestaggio. I tifosi: "Ripido percorso che porterà alla verità e alla giustizia". La sorella: "Lo Stato deve chiederci scusa"

Caso Cucchi, la Curva Ovest vicina a Ilaria: “Prima vittoria”

di Redazione | 3 min

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Lo striscione esposto al cinema Boldini

“Presenti con il cuore e con la mente, forza Ilaria vera combattente”. Il sostegno della Curva Ovest a Ilaria Cucchi non è mai venuto meno e ora si rafforza con il colpo di scena avvenuto all’udienza di giovedì quando uno dei cinque carabinieri imputati, Francesco Tedesco, ha ammesso il pestaggio e accusato i colleghi  Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo della violenta aggressione che ha portato alla morte di Stefano Cucchi.

“Una prima vittoria nel ripido percorso che porterà alla verità e alla giustizia che tutti attendiamo” scrivono i tifosi spallini sulla pagina Facebook della Curva, spolverando lo striscione esposto al cinema Boldini in occasione della proiezione del film “Sulla mia pelle” che narra gli ultimi sei giorni di vita di Stefano Cucchi, dalla sera del suo arresto per spaccio e detenzione di stupefacenti, il 15 ottobre 2009, al giorno del suo decesso, il 22.

La Curva, che ribadisce così la propria vicinanza alla “nostra guerriera”, non è nuova a queste battaglie di civiltà. Anzi, è sempre stata in prima linea nei casi giudiziari legati alla violenza da parte dello Stato, sostenendo fuori e dentro il campo il caso di Federico Aldrovandi, diventato una vera e propria bandiera da esibire in tutti gli stadi d’Italia.

Marcello Micai sul palco con Lino Aldrovandi e Andrea Boldrini

Esplicativo, in questo senso, il discorso fatto dal portavoce Marcello Micai sul palco del concerto “Musica per Federico”: “Cosa c’entra Federico con la Spal? È una delle obiezioni mosse da una parte della tifoseria ma prima di essere tifosi siamo anche cittadini. Federico era un ragazzino di Ferrara, avrebbe potuto essere uno qualunque dei nostri amici o dei nostri figli e il dolore di Lino e Patrizia quello di ogni nostro caro, delle persone che amiamo. Ricordare Federico sempre, in ogni luogo, in qualsiasi contesto, deve servire da monito affinché non accada mai più che una persona venga uccisa senza motivo da coloro i quali hanno ricevuto, da noi, il mandato di proteggerci. È un urlo di civiltà che è opportuno sempre e ovunque“.

Nella lotta per Aldro si è unita anche Ilaria Cucchi che, sullo stesso palco lo scorso 29 settembre al montagnone, aveva ammesso che: “Ha un valore enorme essere qui, dove tutto ha avuto inizio: l’ultima volta che ho visto mio fratello, il suo corpo martoriato sul tavolo dell’obitorio, mi è venuto in mente Federico. Ogni nostro passo, ogni nostra delusione o vittoria, lo dobbiamo al sacrificio della famiglia Aldrovandi che ha dato a me e a tutti gli altri dopo Federico il coraggio di andare avanti e la speranza di ottenere verità”.

Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo

Una speranza che si è fatta ancora più forte dopo la testimonianza del carabiniere che per la prima volta ha ammesso quel brutale pestaggio. La riflessione che la Cucchi affida ai social è accompagnata da una foto mentre si concede un abbraccio commosso con il suo avvocato e compagno Fabio Anselmo: “Ci chieda scusa chi ci ha offesi in tutti questi anni. Ci chieda scusa chi in tutti questi anni ha affermato che Stefano è morto di suo, che era caduto. Ci chieda scusa chi ci ha denunciato. Sto leggendo con le lacrime agli occhi quello che hanno fatto a mio fratello. Non so dire altro. Chi ha fatto carriera politica offendendoci si deve vergognare. Lo Stato deve chiederci scusa. Deve chiedere scusa alla famiglia Cucchi“.

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