Politica
28 Settembre 2018
All'associazione degli artigiani incontro sul Patto per la competitività con i consiglieri regionali

Fabbri all’incontro Cna: “Imprenditori in difficoltà che evadono sono eroi”

di Redazione | 5 min

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Chi non riesce a pagare le tasse e preferisce pagare i propri dipendenti per me non è un evasore ma un eroe. Dobbiamo fare questo passaggio culturale perché si possa poi fare il successivo passaggio politico”.

È una Lega che – con le parole di Alan Fabbri – strizza l’occhio agli imprenditori ferraresi in vista delle prossime amministrative, quella che si presenta da Cna, all’incontro sul Patto per la competitività dell’Emilia-Romagna.

Lo fa usando un mix di messaggi vecchi, nuovi e ‘ricondizionati’: meno tasse, meno regole per le imprese, un cambio di focus dal cooperativismo alle pmi ‘pure’, sdoganando nuovamente la figura dell’imprenditore eroe perché evasore nobile nei momenti di crisi.

Legalità è una parola bellissima – dice Fabbri – ma se parliamo di imprese non dobbiamo eccedere nel controllo, l’abbiamo visto con la ricostruzione, con le imprese del territorio relegate in un sistema difficile in cui hanno dovuto fare da banca e chi non aveva liquidità è fallito, non ha partecipato o si è rivolto alla malavita come dimostra il processo Aemilia”. E ancora: “La politica provinciale è miope, ha permesso che potesse venire fatto il decreto Salvabanche e da quarant’anni si parla sempre di Cispadana e Ferrara-Mare, in un territorio dove sono stati fatti tanti bandi sulle imprese ma in cui si sono cercate di favorire le cooperative grazie alla gestione di decine di milioni di euro per via dei richiedenti asilo”.

L’occasione per l’assalto silenzioso è arrivata mercoledì sera alla Cna: quattro consiglieri regionali attorno a un tavolo – Paolo Calvano e Marcella Zappaterra del Pd, Alan Fabbri e Marco Pettazzoni della Lega – per discutere con i dirigenti dell’associazione Davide Bellotti e Diego Benatti della piattaforma per avviare le trattative con la Regione per favorire la centralità delle piccole-medie imprese, che include tra le richieste quella per una sburocratizzazione generale del mondo produttivo, una riduzione del cinque percento in cinque anni della fiscalità regionale intervenendo sulle aliquote Irap e le tariffe rifiuti, il contrasto all’abusivismo e una maggiore sicurezza degli impianti produttivi, il superamento negli appalti della logica del massimo ribasso, un nuovo piano per la manutenzione ordinaria delle infrastrutture e una posizione più centrale delle aziende nei percorsi formativi dei giovani.

All’appuntamento la Lega arriva più agguerrita non solo per via del ruolo di opposizione in Regione, che regala alle sue proposte un mantello possibilista a prescindere, ma anche per la presenza di quello che con tutta probabilità sarà il suo candidato, e del centrodestra intero, ovvero Alan Fabbri, che da solo può dettare la linea che vuole. Con la ricerca del nome ancora in corso e il ruolo da leader ora in discussione il Pd inizia il tavolo di confronto abbastanza in sordina.

“Con l’ultimo assestamento di bilancio in Regione abbiamo creato le condizioni di legge per l’accesso ai fondi di garanzia regionali. Non abbiamo poi mai toccato la tassazione ma questa potrebbe anche essere un’opportunità per farlo, soprattutto se il governo centrale avvantaggerà le Regioni virtuose”, dice Calvano che poi prende in mano, senza emozionare, il tema delle autonomie: “Vogliamo quei poteri in più per affrontare quei temi”. Il turno successivo è di Fabbri, e dopo le assoluzioni ai capi di impresa risponde direttamente sul tema delle autonomie: “Mi fa piacere sentir parlare di autonomia: si tratta di cultura, identità e tasse. Rimane da capire quante autonomie vorremo mantenere, fin qui ne abbiamo chieste 15. Con le autonomie si può dare di più al territorio, ma bisogna crederci perché si tratta di lottare contro lo Stato centrale. Noi ci siamo”.

La difesa tocca a Zappaterra, prima con un richiamo allo spirito ‘lavorativo’ della serata, poi frontalmente: “Se mettiamo da parte i temi nazionali sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono, ma non possiamo prenderci in giro dicendo ad esempio saremo noi a modificare il codice degli appalti quando con l’Anac sta diventando complicato fare le strade anche per le amministrazioni che hanno i soldi. Nessuno scansa le colpe dei governi nazionali sugli enti locali, ma Ferrara ha dei problemi strutturali che non sono colpa di qualcuno: fa fatica a fare sintesi ora come negli anni passati perché per molti la divisione tra Alto, Medio e Basso Ferrarese è fondata e ognuno tira per conto suo. Non si può andare avanti a due velocità. E l’insinuazione sulle cooperative è becera, se qualcuno ha questi sospetti dovrebbe andare dalla autorità competenti, e pensare che sia in discussione il sistema delle cooperative per i provvedimenti del governo attuale quando gli sbarchi sono calati con Minniti fa prendere alla discussione una piega che non serve, non si possono mettere i migranti in mezzo ad ogni discorso“.

“Le infrastrutture”, tuona poi Calvano in chiusura riprendendo il polso della situazione, “non le si fa se a ogni cambio di governo c’è una modifica al piano delle opere pubbliche. Alla Cispadana mancano 200 milioni per adeguamenti ambientali, i Cinque Stelle stanno dicendo ‘o li trovate voi [in Regione] o non la facciamo’ perché in realtà non la vogliono. Allora sfruttando la serata dico ‘Alan, se noi troviamo i soldi insieme al privato voi rompete le scatole a Toninelli & company per fare la Cispadana?’. A Ferrara manca questa cosa qui, se la politica è seria questo succede, e se facciamo la Cispadana magari mettiamo a posto anche un po’ di Ferrara-Mare. Domani (oggi per chi legge) presenteremo una richiesta all’assessore Donini per convocare Anas: non è possibile che i lavori vengano fatti in piena stagione estiva, si possono programmare diversamente”.

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