“Festa in pace” affronta i temi di pace, accoglienza, diritti. Intenti condivisibili: “Sconfiggere la paura, il terrore fomentato sui canali d’informazione, contrapporre all’odio la cultura del dialogo, integrare e non escludere, alimentare la cultura della legalità, garantire l’etica del lavoro, l’uguaglianza nei diritti fondamentali”.
Per coerenza, sarebbe stato il caso organizzare la manifestazione non in centro ma in zona GAD dopo le 20, confrontarsi con chi vive i problemi dell’immigrazione clandestina o dei campi nomadi abusivi evitando il facile plauso dei radical-chic. Forse capirebbero perchè i cittadini sono stanchi di un “buonismo” inutile che serve solo a dare spazio a chi fa della “pace” un simbolo a senso unico e un deprecabile mezzo di propaganda.
In particolare speravo che Mons. Perego, con le trenta persone che lo ascoltavano, avrebbe condannato la cristianofobia dilagante e le persecuzioni contro i cristiani. Speravo che qualcuno condannasse le mutilazioni genitali femminili, la condizione della donna nelle comunità islamiche, che difendessero sul serio la cultura della legalità a partire dalle norme sull’immigrazione clandestina.
Speravo… ma certi temi sono scomodi. Si è parlato della Francia, responsabile anche oggi di un colonialismo senza scrupoli, degli affari che fa in particolare con il potere in Nigeria lasciando la popolazione nella miseria. Nessuno ne ha tratto le conseguenze dimenticando che proprio la Francia blocca le sue frontiere. Evitino condanne generiche se vogliono essere credibili. I veri nemici dell’integrazione sono coloro che vogliono accogliere chiunque senza controlli in modo indiscriminato. Questo è il modo più efficace per favorire lo sfruttamento e fomentare intolleranza e razzismo.
Alcide Mosso