Economia e Lavoro
21 Settembre 2018
I dati del secondo trimestre dell'economia ferrarese elaborati dall'osservatorio della Camera di commercio

Economia: l’export è un fattore trainante per chi cresce

di Redazione | 8 min

Leggi anche

Mazzette alla Motorizzazione. Trentotto scelgono l’abbreviato

Di nuovo in aula il processo per le presunte mazzette alla Motorizzazione Civile di Ferrara, scoperte dalla maxi-inchiesta Ghost Inspections grazie al lavoro degli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia Stradale, dietro il coordinamento del pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, che ha chiesto il rinvio a giudizio di 74 persone

C’è un motivo se negli ultimi anni la Camera di commercio di Ferrara ha spinto tanto sul far aprire le imprese del territorio ai mercati internazionali: chi lo ha fatto oggi cresce di più rispetto agli altri, ancor di più se è un’impresa di grandi dimensioni.

A parlare sono i dati dell’osservatorio sull’Economia della Cciaa stessa che presenta i dati congiunturali del 2° trimestre dell’anno e gli scenari previsionali per quello successivo.

I dati del secondo trimestre, vedono un incremento degli indicatori congiunturali della manifattura, con trend in accelerazione per le imprese di maggiori dimensioni. Anche l’export conferma la ripresa con dati che lasciano presagire un anno favorevole per le imprese che si affacciano ai mercati stranieri. Aumenti significativi sono rilevati anche per le importazioni. Il valore aggiunto stimato da Prometeia in crescita dell’1,2% per l’anno in corso, dovrebbe crescere di qualche decimo di punto nel 2019, superando l’indice nazionale e raggiungendo quello regionale.  Pochissimi segnali di ripresa dal commercio che nel secondo trimestre registra una nuova ampia flessione delle vendite specialmente nel settore dei prodotti alimentari, arginata da un lieve incremento dei prodotti non alimentari. Questi i principali dati diffusi nell’ultima edizione dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara.

Dall’analisi della formazione del valore aggiunto per settori, si rileva come la ripresa nel 2018 sia trainata dalla nuova accelerazione dell’espansione del settore industriale, mentre si conferma più moderata la crescita nel settore dei servizi, rallentato soprattutto dalla riduzione del commercio. Il comparto delle costruzioni, dopo dieci anni di recessione, potrebbe registrare una prima lieve crescita del valore aggiunto prodotto, in accelerazione per il 2019, tuttavia, al termine del 2018, l’indice del valore aggiunto del settore continuerà ad essere ampiamente inferiore al livello del precedente massimo toccato nel 2007, essendosi infatti dimezzato e rappresentando ora appena il 3,3% del valore aggiunto provinciale.

Gli indicatori sul commercio internazionale, elaborati sulla base delle informazioni Istat e riferiti al primo semestre del 2018, hanno certificato un’accelerazione della crescita. Nel periodo le imprese ferraresi hanno esportato merci per oltre 1.352 milioni di euro, toccando il record del periodo. L’andamento provinciale è stato migliore rispetto sia alle vendite all’estero della Regione (+5,9%), che al trend nazionale (+3,7%). A contribuire al buon andamento dell’export provinciale sono stati tutti i settori, ma l’incremento decisivo è stato fornito dall’automotive, con quasi 100 milioni di esportazioni in più rispetto al primo semestre 2017. Anche i primi due settori, chimica e macchinari, che da soli hanno rappresentato quasi il 54% dell’intero export provinciale, hanno realizzato buoni risultati. Solo 12 mesi fa, il comparto dei mezzi di trasporto rappresentava poco più del 7% dell’export complessivo, passando da essere il principale settore al quarto posto; nel primo semestre del 2018 torna ad essere protagonista, superando anche i prodotti agricoli che nel semestre aumentano di circa il 9%. Oltre all’incremento del valore esportato in Europa, in accelerazione rispetto al trimestre precedente sia nell’area euro che nell’Unione, crescono ancora a due cifre le esportazioni negli Stati Uniti. Degli oltre 130 milioni di esportazioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quasi 84 (il 64,5%) sono merito delle vendite negli USA, ritornati ad essere il primo partner commerciale, dopo la Germania, il cui incremento vale «solo» 25 milioni (circa il 20% del surplus semestrale). I cali registrati per destinazioni più lontane (BRICS) che rappresentano comunque nuovi mercati di riferimento da non tralasciare, hanno rallentato il risultato finale, prima fra tutti la contrazione dell’export in Cina, ottavo paese di riferimento per Ferrara.

I risultati della rilevazione sulla congiuntura del settore manifatturiero confermano la crescita che appare rallentata solo per le imprese di minor dimensione e di quelle artigiane. Secondo i dati della rilevazione di luglio, prosegue la tendenza più che positiva di produzione, fatturato, export ed ordinativi. La ripresa non ha ancora coinvolto le imprese più piccole e le imprese artigiane, che segnano valori negativi salvo il fatturato export sempre in crescita. I trend congiunturali della provincia si avvicinano così ai valori regionali che sembrano avviati verso una ripresa più solida. Per i prossimi tre mesi, i giudizi delle imprese ferraresi sono sempre più orientati alla prudenza, fatta eccezione per gli ordinativi esteri che sembrerebbero in netto aumento.

L’artigianato manifatturiero conferma gli indicatori negativi registrati all’inizio dell’anno, dopo un 2017 che aveva fatto pensare ad una uscita dalla crisi anche per il comparto. Tutti gli indici sono in contrazione, al contrario di quanto avviene in Regione, dove, pur con valori inferiori al totale della manifattura, si rilevano variazioni positive. Solo il fatturato estero aumenta anche a Ferrara, un po’ meno velocemente che l’intero settore industriale, mentre il rallentamento della crescita degli ordini provenienti dai mercati stranieri non rappresenta un buon segnale. Le difficoltà maggiori del comparto si riscontrano anche dal minor numero di settimane in cui la produzione è assicurata e dal più basso grado di utilizzo degli impianti.

Ancora nessun segnale di ripresa invece per il commercio, il cui trend negativo degli scorsi trimestri non accenna a cambiare segno; rallenta solo la contrazione delle vendite, grazie al lieve recupero del comparto non alimentari. Con giacenze in prevalenza adeguate e una quota di imprese che le giudica esuberanti modesta e in calo, soprattutto nel comparto della grande distribuzione, le aspettative delle imprese commerciali per le vendite del terzo trimestre del 2018 sembrano migliorare, almeno per quanto riguarda il non alimentare. La tendenza positiva è riflessa anche dall’aumento della quota di imprese che rileva un andamento positivo delle vendite rispetto al trimestre precedente, in tutte le tipologie di commercio analizzate.

Dal primo trimestre del 2015 al terzo trimestre del 2017, per undici trimestri, il settore delle costruzioni ha registrato segnali di recupero, ma l’anno si è poi concluso con un volume d’affari che ha ricominciato a ridursi. Nei primi mesi del 2018 è rimasto pressoché invariato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, lasciando sperare che la battuta d’arresto fosse stata temporanea. Il dati riferiti al secondo trimestre dell’anno, segnano invece una vera e propria inversione di tendenza, con un calo del 4,3%, opposta al trend regionale. Per quanto riguarda le previsioni si registra invece qualche segnale positivo. Se ad aprile solo 17 imprese del campione su 100 prevedeva per il secondo trimestre del 2018 un volume d’affari in aumento, a luglio la quota degli ottimisti è salita al 53% a svantaggio soprattutto della stazionarietà.

Andamento negativo per il turismo, per lo meno quello rilevato dagli arrivi e le presenze di turisti in tutte le principali aree della provincia (ad esclusione degli appartamenti privati ad uso turistico), con una riduzione del numero di turisti più contenuta nel comune capoluogo, dove le presenze di stranieri è in lieve aumento, non sufficiente però a compensare il calo dei pernottamenti di turisti nazionali. Sulla costa, i dati rilevano variazioni negative sia negli arrivi che nelle presenze, di italiani e stranieri. In controtendenza, crescono i pernottamenti e i turisti stranieri a Cento. La movimentazione negli esercizi alberghieri risulta in aumento solo in riferimento alle presenze sui Lidi.

Per quanto riguarda la dinamica dei dati di demografia delle imprese nel secondo trimestre del 2018 le cessazioni fanno segnare un’ulteriore contrazione, mentre le iscrizioni, sempre superiori alle cancellazioni in questo periodo dell’anno, rimangono pressoché costanti. Il saldo della movimentazione per i mesi aprile, maggio, giugno risulta così pari a +150 unità, che sommato ai
flussi rilevati nei mesi precedenti, fa registrare al 30 giugno 35.355 imprese, in aumento rispetto a marzo, ma in calo rispetto allo scorso anno. Se le sedi di impresa diminuiscono, la distribuzione delle 7.534 unità locali, risulta sempre in aumento, sia a livello congiunturale, sia rispetto a giugno 2017. Crescono soprattutto le unità locali di imprese con sede fuori provincia. A calare sono soprattutto i settore tradizionali, nell’ordine agricoltura, commercio e costruzioni. I segnali positivi giungono dai comparti del terziario, come i servizi alle imprese, le attività professionali, l’alloggio, la ristorazione e i servizi di informazione e comunicazione.

L’analisi per tipologia di impresa evidenzia una lieve contrazione delle imprese femminili, che non ha impedito al tasso di imprenditorialità femminile di confermarsi sempre il più alto della Regione e superiore anche al dato medio italiano (22,9% sulle registrate). Il calo delle imprese giovanili non dipende dal saldo sempre positivo tra nuove iscrizioni e cancellazioni, ma piuttosto dalla perdita dello stato di “giovanili” delle imprese iscritte in precedenza, dal momento che il saldo tra iscrizioni e cessazioni è sempre positivo. Grazie ancora ad un numero di nuove imprese superiore alle cessazioni, lo stock totale delle imprese straniere è ancora cresciuto, registrando aumenti in quasi tutti i settori.

I dati riferiti al credito e rilevati a giugno 2018, registrano un valore complessivo dei prestiti concessi ancora in aumento, ma con andamenti diversi tra le tipologie. Le variazioni più modeste sono quelle riferite ai prestiti alle famiglie consumatrici e alle imprese di piccole dimensioni. Risulta in lieve miglioramento il trend positivo dei finanziamenti per il settore delle imprese nel complesso e in particolare per quelle di medio grandi e il comparto delle «famiglie produttrici». La differenza con la regione è marcata sia per quanto riguarda il settore del famiglie, per il quale l’aumento in Emilia-Romagna è più rilevante, sia per le imprese, in questo caso l’andamento risulta migliore per la provincia. Mentre a Ferrara i prestiti alle imprese hanno ricominciato a crescere già dall’inizio del 2017, in Emilia-Romagna, l’indicatore non si allontana molto dallo zero, con la sola industria manifatturiera che segna una variazione positiva significativa, in crescita superiore al dato per Ferrara. In provincia, l’unica variazione negativa è rappresentata dal settore delle costruzioni, in lieve miglioramento, che comunque rallenta la crescita complessiva. Accelera la crescita dei depositi, grazie al trend del settore famiglie, ma anche a quello più accentuato delle imprese, che aumentano i propri risparmi del 13,5% rispetto allo scorso anno, in attesa di mercati meno incerti per poter investire.

Prosegue la contrazione dei protesti, calati per numero e valore, sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia al confronto con il 2016. In dettaglio diminuisce la voce dei vaglia cambiari, che rappresenta oltre il 90% del numero e i due terzi del valore complessivo. Mentre le tratte non accettate stanno scomparendo, anche gli assegni bancari risultano in diminuzione. Risulta invece in crescita il numero dei fallimenti, trend causato dall’incremento delle procedure tra le imprese del commercio.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com