Riva del Po
20 Settembre 2018
Le ragini del comitato favorevole alla proposta di fondere i due Comuni

Fusione Berra-Ro: “Ecco perché diciamo sì”

di Redazione | 3 min

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Il Comitato per il “Sì” alla fusione tra i Comuni di Berra e Ro fa presente che tutti i tutti i partiti e i movimenti politici rappresentati in assemblea regionale dell’Emilia Romagna hanno espresso parere positivo alla proposta delle Amministrazioni comunali di Berra e Ro di fondersi. Una situazione che vedrà “un nuovo, più grande e più ricco comune di 8000 abitanti, otto frazioni e alcune località, che potrà contare su un potere contrattuale più importante nei rapporti all’interno dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi e nei rapporti con la Regione stessa”.

“Di questi tempi – precisa il comitato – gestire meglio le risorse pubbliche, dare più soldi ai territori che si aggregano soprattutto per migliori servizi alle impese, socio sanitari, scolastici, per le manutenzioni di strade e ponti, per diminuire i costi della politica, pare un obiettivo condiviso da tutto l’arco costituzionale regionale e da perseguire con forza e coraggio tanto che la Regione assume i costi dell’operazione per circa 90 mila euro, pronta, assieme al governo, a investire circa 15.000.000 (quindicimilioni) di euro per sostenere il progetto. Rimane costituzionalmente fondamentale l’obiettivo di fondare questa nuova esperienza sulla promozione del lavoro”.

E’ uno dei motivi per cui da aprile scorso è nato il Comitato per il “Sì” alla fusione Ro-Berra che ha visto susseguirsi oramai decine di incontri in tutte le frazioni dei territori con la partecipazione ampia e plurale di cittadini, ex amministratori, professionisti, medici di famiglia, rappresentanti delle istituzioni e del volontariato, appassionati di futuro e voci critiche, tutti animati dalla necessità di indagare i pro e i contro della proposta. Centinaia di partecipanti, a caccia di risposte sul presente e sul futuro, hanno potuto fare domande e ottenere risposte dal comitato.

“Con la fusione – spiegano dal comitato – le esangui casse dei comuni, messe a dura prova dalla spending review seguita alla crisi di fine decennio scorso e la necessità di intervenire per migliorare scuole, palestre, strade, ponti e servizi sociali per esempio, vedranno arrivare molti milioni di euro nei prossimi dieci anni. Anche le imprese del territorio potranno contare su minor impatto di costi per i servizi. Le sedi dei servizi al cittadino, gli uffici, rimarranno tali e quali: con maggiori risorse si potranno attivare servizi digitali, app, migliorando la navigazione e rendendo più facile l’accesso a informazioni e documenti e quindi per i documenti di identità, gli atti civili, le licenze, i servizi per le imprese non cambierà nulla se non in meglio. Diminuiranno invece il numero degli amministratori pubblici, della metà, così come i loro costi. Un solo sindaco, un solo consiglio comunale: di questi tempi passare dal dire al fare ha dell’incredibile ma è assolutamente vero. Come si chiamerà il nuovo Comune? Ai cittadini la scelta: Riva del Po, dal sapore evocativo e romanzesco, o Lavezzola, in omaggio alla storia del rapporto tra territori e bonifica”.

“Fondersi è una opportunità – è convinto il comitato – non è la ricetta che risolverà i problemi del pianeta ma è la ricetta migliore in questo momento storico, in questo contesto di carenza di risorse e di responsabile bisogno di garantire e migliorare servizi e fare investimenti in opere pubbliche che, davvero, per i piccoli comuni non sono oggi più sopportabili e possibili. L’alternativa: tutto rimarrà come ora ma senza soldi e sappiamo tutti, senza infingimenti, quanto le risorse, unite alla buone amministrazione, possano fare la differenza”.

Dal 8 ottobre, in caso di prevalenza del “Sì” alla fusione, partirà una campagna elettorale “che si preannuncia già nei toni aspra e combattuta: quale ricetta per gestire al meglio i servizi e i tanti denari sul piatto spetterà a chi saprà proporre meglio ed in modo più convincente idee e progetti. Come per il comitato per il Sì sarà indispensabile, come sta avvenendo in questa fase, cogliere porta a porta con cittadini, associazioni, imprese, partiti, le istanze e i bisogni principali necessari al miglior futuro e benessere del territorio”.

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