Mesola
13 Settembre 2018
Fra ottobre e dicembre con un referendum si decideranno le sorti di otto comuni, che potrebbero diventare quattro

I sindaci uniti: “Fusione opportunità da cogliere per il territorio”

di Redazione | 2 min

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di Simone Pesci

Inizia il countdown verso i referendum, in provincia di Ferrara, che decideranno le sorti di otto diversi comuni che, se la fusione dovesse andare in porto, diventerebbero quattro. Ostellato-Fiscaglia, Goro-Mesola, Ro-Berra e Tresigallo-Formignana restano con le antenne dritte e attendono gli esiti del voto che si terrà fra ottobre e dicembre.

Andrea Marchi, attuale sindaco di Ostellato, lo vede come un momento “di confronto”, che, sottolinea spazzando via le malignità, sarà “vincolante: se si voterà sì la Regione procederà, se anche per un solo voto i cittadini faranno prevalere il no sarà no”. La posizione di Marchi, tuttavia, si riassume nel motto “l’unione fa la forza, perché gli scenari stanno cambiando, e i comuni piccoli, da soli, rischiano di non riuscire a interloquire efficacemente”.

Risorse economiche e identità sono i temi sul quale si sofferma Marchi. “La fusione – spiega -, è una garanzia sociale per i cittadini. Non si fa per avere maggiori soldi, si fa per qualcosa che va aldilà della dote economica, che servirà comunque per fare delle cose sul territorio. Identità? Credo possa continuare a esistere il sano campanilismo, e prendere da esso ciò che di buono nasce”.

Non sarà nemmeno vero, asserisce il sindaco di Ostellato, che si perderà “la qualità e la prossimità dei servizi: ad esempio chi fa la carta di identità in un municipio continuerà a farla lì”. La normativa delle fusioni, conclude Marchi, favorisce “la partecipazione ai bandi, a non avere vincoli in materia di fiscalità, prerogativa favorevole per fare investimenti”.

Si trova d’accordo Eric Zaghini, sindaco di Berra, che si affianca a Marchi: “Il motivo economico non deve essere essenziale a spingere due comuni a fondersi. Mettersi insieme, però, significa razionalizzare i costi, ed è un’opportunità storica, da cogliere per il territorio, il fatto che se le fusioni andassero in porto porterebbero sul territorio circa cinque milioni di euro all’anno per dieci anni”.

“L’obiettivo è dare nuova linfa” avanza il sindaco di Formignana Laura Perelli, seguita dal collega di Tresigallo Brancaleoni, il quale spiega che “i nostri comuni da sempre collaborano, e per questo siamo avvantaggiati”.

Bene, afferma il sindaco di Ro Antonio Giannini, che “non ci sia una scelta calata dall’alto, ma che i cittadini possano scegliere in maniera democratica e consapevole”. Purché siano consci, ammonisce il primo cittadino di Goro Diego Viviani, che “per i piccoli comuni le cose non andranno sempre così ma peggioreranno”.

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