di Simone Pesci
Primo calciatore di proprietà della Spal a indossare la maglia della Nazionale dopo 66 anni, quello di Manuel Lazzari è un vero e proprio sogni a occhi aperti.
E il vero miracolo è che appena cinque stagioni fa, il laterale destro giocava nella Seconda divisione della Lega Pro.
Fatto di momenti, e di prime volte, che resteranno impressi per sempre nella mente del laterale spallino, a partire da quella notte prima di Torino-Spal. “E’ stato il momento più emozionante – spiega Lazzari –, quando mi è arrivata la convocazione mi sono venuti i brividi. A Coverciano non ci ero mai stato, è stato emozionante allenarmi a fianco di quei campioni. L’esordio, poi, è stato qualcosa di incredibile, soprattutto cantare l’inno nazionale che cantavo quando ero piccolo sul divano”.
Nella sua permanenza in Nazionale, Manuel, ha dormito in camera con il milanista Caldara: “Ho instaurato un buon rapporto con lui, sono un po’ timido e all’inizio ho fatto un po’ fatica a comunicare con gli altri. Da Ferrara, invece, i miei compagni mi sono stati sempre vicino”.
La freccia biancazzurra ha parlato anche del Ct Roberto Mancini, e ha analizzato la prova disputata contro il Portogallo: “Mancini mi ha detto di giocare come sapevo fare nella Spal. Modulo? E’ vero che la nazionale gioca in maniera differente, ma già qui nel secondo tempo spesso difendiamo a quattro. Abituarmi in poco tempo non è stato semplice, ma la cosa che ha fatto più la differenza è stato il ritmo delle partite internazionali. Io ho imparato che avrei giocato solo il giorno stesso della partita”.
La critica, dopo il doppio match con Polonia e Portogallo, si è fatta feroce, ma lo spallino getta acqua sul fuoco perché se il problema è che gli azzurri segnano poco, è vero “che ci sono grandi attaccanti come Balotelli, Zaza, Immobile e Belotti”. Altrettanto giusto è affermare che ci sono tanti calciatori italiani “giovani e forti, ma che hanno bisogno di crescere, io in primis”.
Secondo Lazzari la questione è più semplice di quello che sembra: “Prima eravamo abituati a vedere Del Piero, Totti e Nesta. Ora non ci sono più, bisogna avere pazienza e soprattutto far giocare i giovani, altrimenti è difficile”.
Ora testa alla Spal, per riconquistare la chiamata di Mancini: “Coverciano è il top del top, mi ha impressionato tutto. Ma ora penso solo alla Spal e lunedì c’è una partita importantissima. Se vorrò tornare in nazionale dovrò fare bene qui e darò sempre il cento per cento in campo. Se arriverà la chiamata sarò super felice, altrimenti continuerò a correre come sempre”.
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