di Simone Pesci
Una rottura di una imponente tubazione che trasporta ammoniaca allo stabilimento Yara, con conseguente rogo ed esplosione che causa due gravi infortuni. Questo lo scenario, per fortuna solo virtuale, che ha impegnato nella mattinata di venerdì tutte le forze dell’ordine ferraresi, la protezione civile e il 118 nella sala operativa della prefettura.
“E’ stata una esercitazione per punti di comando, che non ha visto l’utilizzo di uomini e risorse” premette il prefetto Michele Campanaro. Uno scenario scelto, spiega Campanaro, per “sperimentare l’efficacia del piano di emergenza, che ha validità triennale e che è in scadenza nel 2018”.
Nella fattispecie, venerdì mattina la cabina di regia della prefettura ha allertato le centrali operative per fronteggiare la “rottura di una tubazione da sei pollici che ha causato lo sversamento di 100 metri cubi di ammoniaca, con conseguente rogo all’interno dello stabilimento Yara” informa Pietro Di Risio, comandante provinciale dei vigili del fuoco.
La macchina operativa si è immediatamente messa in moto: “Per prima cosa – spiega lo stesso Di Risio – è stata delimitata la zona rossa e si è cercato di contenere la nube provocata dalla sostanza”. Nella simulazione il rogo aveva provocato un’esplosione che aveva traumatizzato “due dipendenti, di cui uno trasportato al Maggiore di Bologna e un ustionato grave al Bufalini di Cesena”.
Gli operatori sanitari del 118 – che ha potuto avvalersi, sempre in maniera virtuale, di due elisoccorso degli ospedali di Bologna e Ravenna – hanno immediatamente allestito “un presidio medico di primissimo intervento e due presidi medici avanzati”, e hanno prestato le cure, oltre ai due gravi traumi, a una “ventina di persone”.
Nel frattempo, nella simulazione, il Polo chimico, previa attivazione del Coc (Centro operativo comunale), è stato evacuato dei dipendenti, che dall’uscita di via Eridano sono stati condotti su dei pulmini al punto di ammassamento di via Colombo. “La struttura è stata evacuata in 18 minuti” sottolinea Di Risio. L’episodio, rendiconta Campanaro, ha invece coinvolto “circa 1800 persone, delle quali circa 550 sono residenti nelle zone prossime allo sversamento”.
Il test ha dato importanti indicazioni. In particolare, conclude il prefetto, si può affermare che “il piano per le emergenze del prossimo triennio non sarà un copia incolla di quello attuale, ma saranno apportate adeguate modifiche”.
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