Lagosanto
26 Agosto 2018
Lettera della Fials all'Ausl: “La manutenzione ordinaria e straordinaria, pare un optional”. Lamentata anche la scarsità di infermieri: “Troppe 11 ore notturne”

La denuncia: al Delta attrezzature “tenute insieme con cerotti”

di Redazione | 4 min

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Turni di lavoro faticosi, scarsità di personale, rapporti interpersonali che si deteriorano, e poi attrezzature tenute insieme con cerotti, caldo e umidità che soffocano lavoratori e pazienti. C’è tutto questo all’ospedale del Delta secondo quanto denuncia la Fials in una lettera alla direzione dell’Ausl, alla quale chiede un incontro entro il 15 settembre per trovare delle soluzioni.

Tutto in gran parte già evidenziato con una precedente missiva di metà luglio, ma che ora ritorna dopo l’assemblea del 22 agosto, in cui, si legge nella lettera firmata dalla segretaria Mirella Boschetti, i lavoratori “hanno manifestato il loro disappunto per per l’atteggiamento di indifferenza verso le criticità ed il conseguente disagio lavorativo, più volte sollevate inerente l’organizzazione del lavoro, il carico di lavoro, le criticità strutturali, le attrezzature, gli ausili, gli arredi ecc”. Situazioni che, ad avviso della Filas “vanno profondamente e negativamente ad incidere sulla sicurezza, sullo stato di salute degli operatori sanitari, sul benessere organizzativo e, sui tempi di lavoro da dedicare direttamente al paziente”.

Ad esempio, il sindacato lamenta le “scarsità numerica e inadeguata manutenzione, delle attrezzature, e degli ausili”, parlando di “poltrone con ruote semibloccate, da spostare anche a pieno carico, carrelli con ruote semibloccate, con parti cascanti, tenute insieme con cerotti, 3 sollevatori per quattro settori di medicina con 59 pazienti, spondine dei letti da riparare e dispositivi per
l’alzata dei letti rotti”.

“La manutenzione ordinaria e straordinaria, pare un optional”, rileva Boschetti che osserva anche come la direzione ospedaliera sottostimi il carico di lavoro, dei ritmi e dell’organizzazione che “favorisce il deterioramento dei rapporti interpersonali, di comunicazione e relazione tra i dirigenti della struttura e gli operatori sanitari, all’interno del team multiprofessionale, tra pazienti e operatori sanitati, con buona pace del benessere organizzativo tanto invocato”.

Per il sindacato “è urgente rivedere e valutare con trasparenza l’incidenza dei tempi per lo svolgimento di attività indirette sia per infermieri che per Oss, che tanto tempo sottraggono all’attività assistenziale diretta al paziente (al letto del paziente), quale conseguenza della cessazione_e/o riduzione degli appalti”. Ecco perché Boschetti chiede di rivalutare i parametri per individuare organico integrativo e trovare una soluzione che per lo sostituzioni tempestive in caso di assenze prolungate, garantendo anche la copertura delle assenze improvvise.

“La continua ricerca di posti letto liberi e, le conseguenti sollecitazioni a liberarli
rapidamente, per piazzare i pazienti che stazionano in pronto soccorso o che
rientrano dopo un breve intervallo dalla dimissione o dal trasferimento ad altro
servizio, costituiscono un altro fattore di alienazione per gli operatori sanitari,
di tutto il team multidisciplinare”, osserva ancora Boschetti.

E poi si passa alla questione dei turni, soprattutto quelli notturni: “le 11 ore notturne, più volte contestate, sono mal tollerate, sono troppe. La loro introduzione, ha imposto una riorganizzazione che appesantisce il carico di
lavoro notturno. I lavoratori non ce la fanno più e, non solo all’ospedale del Delta”.

Secondo i dati forniti dalla Fials, in Lpa (Lungodegenza Post Acuzie) del Delta nel turno di notte, il rapporto è 2 infermieri per 33 pazienti. Ad Argenta è di 2 ogni 27. “Non migliore è la situazione notturna nell’unità operativa di medicina – osserva Boschetti – con un rapporto infermieri/pazienti di 1 a 14,7 ed una instabilità di presenze infermieri soprattutto nella fascia pomeridiana e di Oss, prestati ad altre Uo. Per tappare buchi, si creano buchi. Siamo ben lontani dal rapporti pazienti-infermieri nella fascia notturna 1 a 10/1 a 11 e lontani anni luce dal rapporto 1 a 6, che, già, come ampiamente dimostrato riduce le morti, le complicanze infettive, le cadute, le ulcere da decubito che tanto costano in termini economici e di sofferenza”.

Poi la questione ‘climatica’: “Il sistema di condizionamento dell’aria dell’Unità operativa di medicina appare inadeguato – segnala la Fials -. I lavoratori si sentono ripetere che il sistema di condizionamento funziona, ma il caldo
e l’umidità sono insopportabili, non solo per gli operatori, ma anche per gli utenti”.

Ora il sindacato  chiede un incontro all’Ausl per trovare soluzioni ioni a breve e medio termine a tutti i problemi evidenziati. “Qualora codesta amministrazione intendesse continuare ad ignorare tale richiesta – annuncia Boschetti nella lettera – sarà premura di questa organizzazione sindacale, sentiti i lavoratori, valutare ulteriori iniziative, compresa la dichiarazione dello stato di agitazione”.

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