L’idea dell’assessore Aldo Modonesi di ‘importare’ dal nord Europa le ‘case avanzate’ per i ciclisti – ovvero due diverse linee di arresto agli incroci, una per le auto e una per le biciclette – non è stata accolta con grande entusiasmo dal Francesco Rendine del gruppo Gol, che si schiera contro la soluzione affermando che non è prevista da alcuna norma.
“Vorrei sommessamente far presente – afferma il consigliere comunale – che questa circostanza non è prevista in alcun punto del codice della strada, infatti la linea di arresto deve essere la stessa per tutti i veicoli, biciclette comprese. Non era forse meglio riparare le pericolose anomali delle strade cittadine prima di ‘inventare’ una linea di arresto non prevista dalla legge?”. La disciplina delle linee di arresto è descritta all’articolo 40 del codice della strada, ma è per la verità piuttosto vaga, non facendo alcuna distinzione tra diverse tipologie di veicoli e non vietando espressamente la presenza di più linee di arresto o altre soluzioni.
Un’immagine inviata da Rendine per denunciare le cattive condizioni dell’asfalto
Rendine elenca quindi alcuni interventi di ‘pezzatura’ dell’asfalto non propriamente riusciti, dove la pavimentazione della carreggiata si è infossata o rovinata in tempi piuttosto brevi. “In questo discorso penso proprio che l’amministrazione non utilizzi a modo il denaro dei cittadini – afferma il consigliere comunale -, infatti, come mostra la foto scattata all’angolo tra via Pavone e via Arianuova, l’asfalto dopo pochi anni che era stato posato ‘da nuovo’ è stato rappezzato in più punti in modo perlomeno critico giacché le pezze sprofondano pericolosamente e presentano buchi pericolosi per l’incolumità di ciclisti e centauri”.
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