Città deserte tradizionalmente per ferragosto, turisti a parte che passeggiano – naso all’insù – in ammirazione delle nostre bellezze architettoniche. E ‘naso all’insù’ anche per molti pazienti del pronto soccorso, spesso costretti a tempi biblici di attesa perché, oltre al vuoto dei cittadini in ferie, si registra il ‘vuoto’ dei medici. Questi ultimi non per motivi di vacanza ma per carenze di programmazione della pianta organica, rispetto alla quale mancano in regione 140 medici proprio nei reparti di emergenza.
Un vuoto che si era pensato di colmare con un progetto di luglio che prevedeva l’utilizzo di giovani specializzandi per far fronte alle carenze già, peraltro, segnalate in aprile dal personale ospedaliero dei pronto soccorso. Oltre a ciò, il fenomeno dei casi di ricoveri di persone senza fissa dimora, che entrano negli ospedali più per usufruire di un tetto e delle barelle che per patologie vere e proprie.
Naso all’insù, ed esperienza avventurosa, anche per uno straniero che, in vacanza ai Lidi comacchiesi, abbia magari la necessità di usufruire del Polo del Delta, quando realizzerà che la viabilità di accesso al nosocomio è proprio quella di un percorso rurale.
Se questi sono i ‘fiori’ da porre all’occhiello, meglio aggiungere un fazzoletto nel taschino della giacca, perché come titolava l’omonimo film di Benigni e Troisi: «Non ci resta che piangere».
Mauro Malaguti – portavoce di Fratelli d’Italia