Politica
24 Luglio 2018
Morghen (M5S): "Manifesta incapacità di dirigere l'ente". Tagliani: "Odg contraddittorio, infondato e privo di riferimenti nella realtà"

Angela Alvisi resta all’Asp, bocciata la richiesta di rimozione

di Redazione | 4 min

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La presidente dell’Asp Angela Alvisi manterrà il suo posto. Così infatti ha deciso a maggioranza il consiglio comunale di Ferrara nella sua ultima riunione prima della pausa estiva lunedì pomeriggio al seguito della discussione di un ordine del giorno presentato alla fine di marzo dal Movimento 5 Stelle che ne chiedeva la censura del comportamento e la sua rimozione “per manifesta incapacità di dirigere con diligenza e opportuna riservatezza l’ente a lei affidato”.

L’ordine del giorno, firmato da Ilaria Morghen che per esporlo si limita a leggerlo per intero, cita fatti risalenti a febbraio quando, secondo la ricostruzione dei pentastellati, il Movimento si interessa alla pratica di un cittadino che aveva fatto domanda per l’ottenimento del reddito di inclusione che dopo 95 giorni non era ancora stato erogato. Da lì poi si interessa anche la stampa, alla quale la presidentessa confessa come l’Asp non sia in grado di inserire le domande per il Rei a causa dei nuovi sistemi informatici di Regione e Inps non ancora allineati a quelli usati dall’azienda alla quale poi citerebbe anche la composizione di uno dei nuclei familiari che avrebbe fatto tale richiesta. “Dati sensibili”, tuonano i Cinque Stelle, “non reperibili dalle pratiche di gestione, e ci chiediamo quindi come sia venuta a conoscenza di tali dati”.

“Raramente mi è capitato di leggere un ordine del giorno così contraddittorio, infondato e privo di riferimenti nella realtà fattuale”, risponde subito il sindaco Tagliani secondo il quale “I ritardi di Asp nell’erogazione dei servizi Res e Rei sono già stati verificati e sono estranei all’Asp stessa”, dice utilizzando a supporto i verbali di una precedente assise dell’assemblea legislativa regionale nella quale oltre ad essere affrontato il problema era stata anche accordata la retroattività delle presentazioni delle domande. “Il sistema di Inps è stato reso disponibile solo dal 19 marzo: non capisco perché insistiate sulla presidente dell’Asp quando sapete che ci sono state due misure informatiche imputabili a Inps e Regione, mentre poi Res e Rei sono incompatibili tra loro e quindi Inps non avrebbe potuto rispondere prima del termine della pratica Rei. Non trovo giustificazione nelle misure di doglianza”, rimarca ancora il primo cittadino che poi difende l’operato della presidentessa di Asp “presa in mezzo in un virulento attacco e che in questi anni ha dato prova di una gestione capace sia finanziaria che dei servizi alla persona”.

La levata di scudi — che comprende anche la stoccata al governo “non mi sembra che stiano facendo bandi per i vertici delle aziende pubbliche — lascia però prima perplesse e poi mette sulle barricate l’intera opposizione. Il primo a parlare è Rendine secondo il quale l’Asp “investe tanto su personale e dirigenti e poco su chi ha bisogno. Chi aveva bisogno si è recato presso le strutture preposte e non ha avuto risposte. In tanti si sono presentati ma questo elefante burocratico non gira”. Subito dopo tocca a Fornasini che invece di “valide ragioni” per la rimozione ne cita diverse: “Non è un dirigente ma è frutto di una nomina politica, quindi ha un ruolo più politico”, e poi “ho fatto richiesta agli atti per vedere i curricula e c’erano tanti professionisti molto più competenti, con pubblicazioni internazionali e pagine di esperienze, di Alvisi il cui unico merito è essere stata esponente della Cgil, e quindi già la nomina va contestata”, e infine “approvò negli anni scorsi della crisi un premio ai dirigenti di 11 milioni di euro nonostante un buco di bilancio” oltre ad aver “spinto per l’accoglienza indiscriminata”.

“Ci sono cospicue ragioni quindi”, almeno secondo Fornasini, “per sostenere la rimozione della presidentessa”. La maggioranza però si blinda, e dei 23 voti espressi dal consiglio solo 8 sono a favore dell’ordine del giorno e 13 i contrari.

Oltre all’affaire Asp il consiglio ha poi bocciato anche le altre tra mozioni e ordini del giorno presentati da Rendine che aveva prima chiesto l’utilizzo di un traghetto che possa trasportare anche camioncini e automobili tra le due sponde del Po fino alla chiusura del cantiere del ponte — “ma mancano sponde e pontili e per un cantiere di 4 mesi i costi non sono sostenibili”, risponde l’assessore Modonesi, i voti contrari alla fine saranno 14 su 22 —, la richiesta di introdurre i tornelli sui bus urbani contro evasione e violenze e una misura per proteggere i cittadini che denunciano irregolarità bocciata dopo la presa d’atto che tale regolamentazione non è di competenza comunale.

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