Lettere al Direttore
24 Luglio 2018

Sulla febbre del Nilo

di Redazione | 3 min

E’arrivato il classico momento dell’anno in cui nel nostro territorio (o nelle province vicine) vengono segnalati alcuni casi di infezione da virus West-Nile, altresì detta “Febbre del Nilo”. Segnalazioni che vengono immancabilmente riprese dalla stampa con titoli sensazionalistici “….è allarme West-Nile”…”…altro caso di West-Nile….””…arriva la zanzara killer….”, spesso accompagnati da immagini forti, come quelle di professionisti sanitari bardati da mille mascherine mentre intervengono in una situazione ad alto rischio contagio.

Per meglio gestire le preoccupazioni del caso, occorre quindi approfondire l’epidemiologia e le conseguenze cliniche di questa particolare malattia, relativamente “nuova” dalle nostre parti.

La febbre West Nile è provocata da un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome).

All’inizio, il virus non destò particolare interesse: gli effetti sull’uomo sembravano scarsi e non pericolosi. Tuttavia, nel 1994, in Algeria, si verificò un’epidemia, che causò i primi casi di encefalite. Questi furono seguiti da episodi simili, un paio di anni più tardi, nel 1996, in Romania.
Nel 1999, il virus fece la sua comparsa a New York e, da quel momento, si diffuse largamente in tutte le Americhe, da nord a sud, e in Europa.

I primi casi, in Italia, si sono registrati nel 2008 e nel 2012 nelle zone della Pianura Padana.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il mezzo di trasmissione all’uomo. Altra possibile fonte di contagio è rappresentata dalle trasfusioni di sangue (molto rara). E’ quindi importante mettere in evidenza come il virus non passi da persona a persona, nessun pericolo quindi di trasmissione respiratoria (starnuti, tosse ecc). Il virus infetta inoltre anche altri mammiferi, soprattutto cavalli.

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni.

E’ fondamentale sottolineare come la grandissima parte delle persone infettate non svilupperà alcun sintomo. Fra i casi sintomatici (10-20%) si manifestano quadri leggeri, simil-influenzali: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la malattia può essere più grave, in particolare in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) possono comparire febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Per il virus inoltre non esistono né vaccini, né terapie specifiche.

Insomma, nel rispetto di quei pochi casi che sviluppano complicanze serie (che possono essere prevenuti da parte degli enti competenti attraverso interventi di disinfestazione degli insetti vettori) occorre guardare a questa patologia senza fasciarsi troppo la testa, proteggendosi per quanto possibile dalle punture delle zanzare e soprattutto porsi con occhio critico nei confronti di quei giornali che per vendere qualche copia in più gridano all’epidemia imminente.

Dott. Michele Franchi, medico specialista in igiene e medicina preventiva

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com