Argenta. Vietato attingere acqua dal Reno e dai suoi affluenti. Questo con decorrenza lunedì 16 luglio scorso. E sino a quando le condizioni meteoclimatiche non cambieranno in abbondanti precipitazioni, comunque sufficienti ad alzare le portate d’acqua, ora al di sotto delle quote minime.
Lo ha stabilito un provvedimento dell’Arpae (l’agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna) che, a firma della dirigente Patrizia Vitali, ha in sostanza imposto lo “Stop” ai prelievi idrici nel bacino del fiume. Che, per Argenta e dintorni, interessa in pratica anche l’Idice, il Sillaro e la Zena.
La sospensione degli approvvigionamenti si è resa necessaria a seguito di verifiche sul cosiddetto Dmv (il deflusso minimo vitale) lungo tutto il corso degli invasi, che in questo periodo di siccità sono praticamente ai più bassi livelli. A disagio soprattutto agricoltori ed allevatori, che per la sola attività irrigua di frutteti-vigneti, orti e viavai, nonché per l’abbeveraggio degli animali o il lavaggio di materiale, ora attendono piogge a catinelle per tornare alla normalità. Allorquando cioè il Dmv raggiungerà di nuovo la media, o la supererà di poco.
Mentre, come si legge in sintesi nel documento, “per i consumi umani idropotabili servirà comunque idonea deroga”. Lo stesso documento precisa poi che si tratta di una sospensione dovuta a motivi di pubblico interesse, per la sicurezza del territorio e la tutela dell’ecosistema fluviale”. Sono soggetti anche “i titolari di autorizzazione provvisoria, di concessione di derivazione e coloro che hanno presentato un’istanza che legittima il prelievo nelle more della conclusione dell’iter istruttorio”. Sono previste sanzioni. Inoltre: “per facilitare i controlli gli utenti che utilizzano pompe, debbono rimuovere la parte terminale di tali attrezzature”.
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