Economia e Lavoro
18 Luglio 2018
Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale Cna Ferrara si classifica al 50° posto tra 127 Comuni in tema di pressione fiscale

A Ferrara le piccole imprese versano in tasse tre quinti di quello che guadagnano

di Redazione | 4 min

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Se non interverranno correttivi, la pressione fiscale media sulle piccole imprese quest’anno salirà ancora, passando dal 61,2% del 2017 al 61,4%: un segno “più” che non può certo favorire lo sforzo di rilancio delle piccole e medie imprese, ossatura portante del sistema produttivo italiano.

Per altro, il dato di sintesi non fotografa le profonde differenze nella tassazione locale sul territorio nazionale, oscillando tra i due estremi della virtuosa Gorizia al 53,8% e la maglia nera di Reggio Calabria al 73,4%.

Una pressione fiscale media sulla piccola impresa tipo ascrivibile all’aumento programmato della contribuzione previdenziale dell’imprenditore, che produce un ampliamento del divario tra la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese (il 61,2% nel 2017), rispetto al 42,4% di media nazionale sulla totalità dei contribuenti: uno squilibrio che vale ben 18,8 punti percentuali.

Sono questi i dati salienti del rapporto 2018 dell’Osservatorio Cna “Comune che vai, fisco che trovi” sulla tassazione delle piccole imprese in Italia, che analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 137 comuni del nostro Paese, compresi tutti i capoluoghi di provincia.

Prendendo in esame la situazione di Ferrara, l’incidenza del prelievo fiscale complessivo sulle piccole imprese aumenta leggermente, passando dal 59,5% del 2017 al 59,8% 2018, al 50° posto della classifica nazionale dei 137 Comuni. Confermata, inoltre, la data del 5 agosto come Tax free day: giorno in cui, finalmente, le imprese potranno lavorare per se stesse, dopo avere assolto per intero alla pesante mole di obblighi fiscali e contributivi che grava su di loro.

“Un quadro – sottolinea il presidente provinciale della Cna, Davide Bellotti – che, mentre testimonia un certo impegno volto ad evitare un ulteriore appesantimento della già considerevole pressione fiscale sulle imprese ferraresi, evidenzia come ancora rimanga intatto nella sua interezza il macigno che ne impedisce lo sforzo di ripresa. La classifica dei Comuni esaminati dall’Osservatorio nazionale Cna sulla tassazione dimostra, comunque, che fare di più è realmente possibile. Analizzando la classifica nazionale non si può non riscontrare che Comuni a noi vicini, tra l’altro nell’ambito della nostra stessa regione, applicano una pressione fiscale meno onerosa sulle piccole e medie imprese locali: come Imola al 54,9%, Faenza con il 56,4%, Reggio Emilia 57,9%”.

In generale, il dato di fondo è che l’incidenza del fisco sulle pmi è ancora troppo elevata, da qualunque punto di vista lo si voglia analizzare. “E’ arrivato il momento di intervenire su un sistema fiscale evidentemente squilibrato – conclude Bellotti – che non tiene conto, tra l’altro, delle profonde trasformazioni dei mercati e delle esigenze competitive delle imprese. La Cna ha avanzato da tempo proposte che possono realmente contribuire a un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese. Ad esempio, con l’introduzione in modo progressivo e credibile della Flat tax secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica, preveda la riduzione delle aliquote Irpef a partire da quelle più basse del 23% e del 27% ed elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali. Inoltre, occorre rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa, prevedere il riporto delle perdite per le imprese che adottano il regime semplificato di determinazione del reddito secondo i criteri di cassa, già con riferimento alle perdite generate nel 2017. Infine, è necessario estendere il regime forfetario. o a tutte le imprese individuali e professionisti con ricavi inferiori a 100.000 euro è sicuramente la via giusta. Anche a livello locale, si può intervenire attivamente sulla leva fiscale: confermiamo, in questo senso, la nostra disponibilità ad un confronto di merito con tutte le amministrazioni locali.”

L’Osservatorio Cna “Comune che vai, fisco che trovi” calcola il total tax rate (Ttr), vale a dire l’ammontare di tutte le imposte e di tutti i contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese espresso in percentuale sui redditi, basando la sua analisi sull’impresa tipo italiana, con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito.

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