Eventi e cultura
12 Luglio 2018
Mercoledì sera è iniziato per il quinto anno consecutivo l’appuntamento estivo a Factory Grisù

Trapezzisti, Muse e altre storie per la prima serata di Autori a Corte

di Redazione | 3 min

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di Federica Pezzoli

Mercoledì sera, nel Giardino Creativo della Factory Grisù, si è aperto l’ormai tradizionale appuntamento estivo con le presentazioni letterarie e le degustazioni di Autori a Corte, iniziativa giunta ormai alla quinta edizione estiva a cura dell’associazione ‘Charles Bukowsky’ con editor Vincenzo Iannuzzo e Federico Felloni.
Ad aprire la serata, fra danza e letteratura, è stato “Il Trapezzista” di Marco Gulinelli edito da La Nave di Teseo. “Ho scritto “Il trapezzista” di getto: le prime 80-100 pagine in pochi giorni, poi tutto il resto è cresciuto intorno. Poi ho inviato il manoscritto ad alcune case editrici e inizialmente La Nave di Teseo non ha risposto. Infine una mattina è arrivata una mail dove l’unica frase era: “C’è una sorpresa per te”. Sono caduto nel panico e ho tentato di contattare Elisabetta Sgarbi senza riuscirci. La mattina dopo ero in bici, con nelle orecchie “A perfect day” di Lou Reed, quando è arrivata un’altra mail: in allegato c’era il contratto da firmare”. Così Gulinelli ha descritto la genesi del suo romanzo che tratta dei salti da un trapezio all’altro che la vita ti pone davanti, fra passato e presente, fra amore, sogni, morte e tradimento. Un romanzo giunto già alla sua seconda tiratura, ambientato nella ‘sua’ Ferrara “più quella metafisica di De Chirico che quella delle Mura di Bassani”: “una presenza forte, ma che rimane sullo sfondo”. Protagonista è il chirurgo Marcello Codeluppi, detto Lupo, che prima di diventare medico ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza tra i tipici inverni grigi di Ferrara e le fiabesche estati delle fiere tra l’Emilia e la Romagna. A rivoluzionare la sua vita è l’incontro con il circo di Alfio Brillante e l’affascinante Colette, che lo inizia all’arte del trapezio. Un circo forse ispirato a quello che Gulinelli stesso vedeva “dalle finestre delle Scuole Elementari Poledrelli nel giardino dietro via Cassoli” a pochi passi dalla Factory Grisù: “un sogno che non si interrompe” lo ha definito l’autore.

Insieme a Gulinelli, sul palco la coreografa Silvia Bottoni, i cui allievi di Jazz Studio Dance, hanno eseguito una performance ispirata al volume. “Ho conosciuto il libro in un momento particolare della mia vita, durante la malattia di madre, e ho sentito un feeling che mi ha ispirato. Nelle coreografie avete visto i personaggi del romanzo e ho cercato di usare la colonna sonora del libro dove ci sono diverse citazioni musicali”.
Prima del gran finale con l’ospite d’onore, Massimo Carlotto, il pubblico ha ‘girato pagina’ con “La statua del potere” di Sergio Gnudi e “La tredicesima Musa” di Carlo Degli Andreasi, entrambi editi dalla ferrarese La Carmelina. Un esordio per Degli Andreasi, mentre per Gnudi si tratta del dodicesimo lavoro: un romanzo breve che vuole avvicinare un pubblico giovane, accanto a una meta-narrazione. “La tredicesima Musa” nelle parole del suo autore è “un viaggio nel viaggio” con “un finale sconcertante”, “un luogo dove perdersi: chiunque si avventuri nella lettura si ritroverà in un punto non previsto e non desiderato”. Dopo la narrativa, la poesia e i libri per l’infanzia, Gnudi si è cimentato con questo romanzo breve, scegliendo di avere donne come protagoniste e di non usare la violenza e la tecnologia all’interno della storia: una bella sfida dato che l’obiettivo è sperimentare “un linguaggio che si rivolga anche ai ragazzi” per crescere nuovi lettori.
Infine la parola, o meglio la penna, è passata all’ospite d’onore di questa prima serata: il giornalista padovano e scrittore noir Massimo Carlotto e al suo romanzo “Cristiani di Allah” (E/O Edizioni). Siamo ad Algeri nel 1541, da una parte l’armata di Carlo V, punta di lancia della Cristianità, dall’altra i corsari di Hassan Agha, rinnegati europei cristiani che hanno abbracciato l’Islam.

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