Politica
26 Giugno 2018
Appuntamento mercoledì sera all'Acquedotto per richiedere l'immediato ripristino delle operazioni di soccorso in mare delle navi Ong

“Aprite i porti”, la Ferrara solidale si mobilita con una nuova assemblea

di Redazione | 3 min

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Dopo il presidio del 12 giugno, la neonata associazione Refugees Welcome Ferrara ritiene “indispensabile continuare il percorso iniziato insieme” sotto il nome di “Aprite i porti”. L’appello all’umanità, resistenza e solidarietà lanciato durante il flash-mob in piazza Municipale, risuonerà anche in piazza XXIV Maggio per l’assemblea pubblica organizzata per mercoledì 27 giugno alle 18.30.

“La rabbia e l’indignazione individuali devono diventare azione politica collettiva – scrivono gli organizzatori di Refugees Welcome, che riunisce tutte le persone e le organizzazioni che si schierano in piena solidarietà con i migranti -. Per questo, visto anche l’aggravarsi della situazione, invitiamo tutti mercoledì presso i giardini dell’Acquedotto (lato monumento ai Bersaglieri) a un’assemblea pubblica per tracciare insieme la strada da seguire”.

L’incontro sarà l’occasione per ribadire la richiesta di immediato ripristino delle operazioni di soccorso in mare nei riguardi delle navi Ong dopo che la Guardia Costiera italiana, nei giorni scorsi, ha invitato i comandanti delle imbarcazioni che si trovano nella zona antistante la Libia di “rivolgersi al Centro di Tripoli ed alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso”.

“La Guardia Costiera italiana ha sempre svolto in questi anni importanti operazioni di soccorso in mare portando in salvo migliaia di persone, operando anche al limite delle acque libiche – è il messaggio contenuto nell’email di protesta inviata a livello nazionale da centinaia di cittadini al Comando Generale delle Capitanerie di Porto e alla loro coscienza -. Ci chiediamo perché oggi delegando alla Libia, Paese con Governo instabile, non in grado di garantire i diritti fondamentali dell’uomo e ancora priva di una Centrale operativa nazionale di coordinamento degli interventi di soccorso in mare, il vostro Corpo, pur eseguendo un comando, intenda vanificare l’importante operato fin qui svolto e contravvenire alla Convenzione Sar siglata ad Amburgo nel 1979 ed alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) del 1982”.

“Tutto ciò dinanzi, peraltro, ad una Guardia Costiera Libica su cui pesano pesanti accuse di “condotte violente durante le intercettazioni in mare e collusione con i trafficanti”, come evidenziato da un recente Rapporto di Amnesty International – scrivono gli attivisti nella lettera, condivisa dalla stessa Refugees Welcome -. Su questa stessa Guardia costiera sono in corso indagini da parte del Tribunale penale internazionale Inoltre, il Tribunale di Ragusa nel caso Open Arms, ha precisato che le responsabilità di ricerca e soccorso non possono essere delegate a Paesi che non sono in grado di offrire porti sicuri, come appunto la Libia. Le operazioni di soccorso si devono concludere in un porto sicuro nel più breve tempo possibile, sempre in rispetto della Convenzione Sar”.

In base ai dati forniti dall’Unhcr sono già più di mille i migranti morti quest’anno nel Mediterraneo, di cui ben 220 persone tra il 19 ed il 20 giugno. “Morti che continueranno purtroppo ad aumentare se la nostra Guardia Costiera porrà fine alle sue missioni, contravvenendo non solo alla Convenzione Sar ma anche al senso più alto del proprio mandato: salvare vite umane. Facciamo appello al rispetto delle Convenzioni di diritto del mare, ma anche al profondo senso di umanità che ha sempre contraddistinto la Guardia Costiera Italiana – sarà l’appello che verrà lanciato anche da Ferrara -: non si esima ora dalla salvaguardia delle persone, nel rispetto delle Convenzioni internazionali di diritto del mare e a garanzia dei diritti fondamentali dell’uomo”.

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