Politica
19 Giugno 2018
La proposta di Cristofori (Pd): "Gestori non rispettano gli impegni presi, si preveda un progetto di riqualificazione"

Terraviva, “piano di rilancio in attesa della fine del contenzioso”

di Redazione | 3 min

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Definire un progetto di rilancio e di riqualificazione della “campagna in città”. È quanto proposto da Tommaso Cristofori (Pd) per recuperare e valorizzare l’area verde di via delle Erbe, oggetto di contenzioso tra l’associazione Nuova Terraviva e il Comune di Ferrara per via dell’interpretazione della durata del contratto di concessione e dei tempi di preavviso per il rilascio o il rinnovo dello stesso contratto agrario scaduto nel 2017.

Una questione che tiene banco fuori e dentro le aule del tribunale. In attesa che si concludano le controversie legali, infatti, il consigliere comunale ‘dem’ chiede tramite interrogazione al sindaco Tagliani di “prevedere fin da ora un progetto di rilancio e di riqualificazione dell’area, da offrire e restituire alla città attraverso la costruzione di un nuovo bando”.

Cristofori sogna un “luogo rinnovato, aperto, attrattivo, di partecipazione per residenti e turisti, che possa diventare esperienza di crescita e svago per il mondo  dell’infanzia, che magari collabori con l’università o istituti scolastici locali che si occupano di agricoltura sostenibile”. Un’esperienza di crescita, quindi, per un’oasi verde particolarmente apprezzata da grandi e piccini, anche se ‘lontana’ dagli impegni contenuti nella concessione.

“I contraenti originari e i subentranti (l’associazione Nuova Terraviva e l’azienda agricola Bio-Pastoreria) – riporta Cristofori – si sono impegnati nei confronti del Comune proprietario rispettivamente a coltivare la terra, commerciare al dettaglio prodotti alimentari biologici, a contribuire allo studio e alla realizzazione di tutte le attività umane dei principi dell’antroposofia ed in particolare a promuovere il metodo biodinamico che prevede l’aumento della fertilità e il ripristino di nuovo equilibrio naturale ed infine a gestire la coltivazione, biologica e biodinamica di terreni nello spirito della salvaguardia ambientale”.

“Così non è stato, almeno fino ad ora” sentenzia il consigliere Pd che, “in ragione di un preteso prolungamento sulla disponibilità del bene da parte dei soggetti ex concessionari mai interrotta in questi anni”, si aspettava di “vedere colture, di ammirare aree verdi ben tenute, di constatare una vivace programmazione di attività ludico-scientifica rivolta a grandi e piccoli”.

E invece l’erba cresce senza alcun tipo di manutenzione, almeno secondo quanto riportato nell’interrogazione in cui si chiede “se gli attuali conduttori, in attesa del rilascio, stanno rispettando tutti gli accordi contrattuali circa le finalità previste dalla convenzione, quali colture sono in corso, se i prodotti commercializzati vengono coltivati sul posto, quali azioni sono state di recente eseguite (piantumazione, raccolta, trasformazione dei prodotti) o hanno in previsione di eseguire per la manutenzione della terra e dei fabbricati, per offrire ai cittadini momenti di condivisione di questi spazi”.

In attesa di pronunciamento del tribunale, senza il quale l’amministrazione è impossibilitata a procedere alla pubblicazione di un nuovo bando di concessione, Cristofori sollecita il Comune a imbastire almeno un piano di recupero e valorizzazione dei quattro ettari tra via delle Vigne, le mura degli Angeli e la Certosa. Dai quali sarebbe stata sfrattata un’altra associazione.

“Alcuni volontari dell’associazione Orto Condiviso, che nel novembre 2016 aveva sottoscritto un protocollo d’intesa con l’azienda Biopastoreria per lo svolgimento di alcune attività all’interno del terreno inerenti l’agricoltura sostenibile, l’orto terapia e via dicendo, lamentano di essere stati letteralmente messi alla porta a fine maggio dal sig. Giovanni Dalle Molle di BioPastoreria per ‘fine contratto'” riporta il consigliere Pd che interroga il sindaco per sapere “se sia lecito, in questa situazione deficitaria, che uno dei soggetti concessionari, ‘sfratti’ l’associazione Orto Condiviso, che al contrario ci risulta abbia svolto una attività di valore sociale e aggregativo”.

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