Politica
17 Giugno 2018
Il sindaco fuori dal coro: "Dall'azienda solo promesse non mantenute, Perdiamo professionisti. Assunzioni? Siamo poco appetibili, la nostra fama ci precede"

Romanini, unico no al bilancio Ausl: “Non mi fido più, i sindaci dovrebbero ascoltare i cittadini”

di Redazione | 4 min

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di Giuseppe Malatesta

Lagosanto. Unica voce fuori dal coro, il sindaco Maria Teresa Romanini prende le distanze dalla modalità gestionale dell’Azienda sanitaria ferrarese, concretizzando il suo dissenso con un voto contrario – l’unico – al bilancio di previsione presentato nella recente Conferenza socio-sanitaria. Un fatto che fa scalpore e che mette in evidenza una volta in più come le divergenze anche politiche tra i soggetti coinvolti siano ormai diventate crepe insanabili.

“Contenta di aver votato no, anche perché di promesse ce ne hanno sempre fatte tante, ma quelle che vanno a concretizzarsi sono sempre poche, per non dire nulle. Le ultime? Un nuovo primario della Pma, la ripresa dell’ambulatorio del piede diabetico, un aumento delle risorse umane soprattutto nelle attività chirurgiche – dove siamo più in difficoltà, con liste d’attesa che almeno per la chirurgia ortopedica sono infinite. In generale le criticità sono diffuse”.

Fa notizia che abbia bocciato un bilancio che metteva in conto investimenti importanti per l’ospedale del Delta, per la ristrutturazione del pronto soccorso e non solo. Cosa non andava?

“Sostanzialmente non mi fido più di loro, di promesse di investimenti che restano solo sulla carta, come l’integrazione con il Sant’Anna. Non lo invento io, chi lavora nelle nostre strutture può confermare che le intenzioni sono distanti dai fatti. È vero, ci sono due milioni di euro in ballo per il pronto soccorso, ma della progettazione nemmeno l’ombra: ci hanno presentato uno studio di fattibilità, nient’altro. Inoltre manca ancora l’approvazione della Regione, dovevano completare tutto entro il 2019 ma a questo punto non so nemmeno quando cominceranno. L’avvio della ristrutturazione entro la scorsa primavera fa parte delle promesse non mantenute, faccio fatica a credere che partiranno in autunno. Vedremo”.

Oltre al pronto soccorso è previsto un nuovo impianto di cogenerazione energetica e termale, quali altre promesse non risultano mantenute?

“In teoria in giro dovrebbero esserci anche 1,8 milioni destinati all’intero distretto per l’acquisto di attrezzature ed elettromedicali, compresi i letti che purtroppo da noi mancano (per rendere l’idea, abbiamo ancora dei letti a manovella). Quelle risorse erano il ‘premio’ che ci spettava per aver chiuso il punto nascite, nonostante altri punti nascita nel territorio abbiano chiesto la deroga. Mai partita nemmeno la chirurgia della spalla. Non è stato mantenuto granché, forse qualcosa si è fatto per il settore informatico e per determinati percorsi, comunque non tutti partiti, ribaditi anche nell’ultimo bilancio quando in realtà erano previsti per lo scorso anno”.

La recente Conferenza socio-sanitaria

Bocconi amari da digerire solo per lei, sindaco Romanini?

“In verità, mi spiace dirlo, ma non riesco a capire se qualcuno veramente legga la documentazione: nel bilancio dell’azienda ospedaliera ci sono cose molto preoccupanti, che non sono nemmeno menzionate in quello dell’azienda sanitaria territoriale. Capisco che leggerli non sia semplice. La sanità bisogna viverla e ascoltare anche i propri cittadini, al Delta vengono cittadini da tutta la provincia, da Ferrara perché si trovano meglio da noi, da Portomaggiore, Ostellato, Argenta, come è giusto che sia. Molti di loro si rivolgono direttamente a me (Romanini lavora come caposala all’ospedale del Delta, ndr) per esprimere difficoltà, opinioni, criticità. Mi capita quindi di ascoltarli e per me è un onore. Ecco, secondo me i miei colleghi ascoltano poco i loro cittadini. Ultimamente le chiusure estive ci hanno già messo in difficoltà, e siamo solo all’inizio della stagione. Non si tiene conto dei cittadini, né del personale, che è stanco di vedere ignorate le richieste fatte all’azienda”.

Considerata la doppia veste di sindaco e dipendente Ausl, nonché la sua posizione politica esterna alla ‘maggioranza di governo’, teme per il futuro in termini di scaramucce, conflittualità di interessi di qualche tipo?

“Al momento non ci sono problemi di questo tipo, spero neanche in futuro. Ripeto che per me è un onore essere un punto di riferimento ‘amministrativo’ all’interno del mio ambiente di lavoro. Se i cittadini, non solo laghesi, mi cercano è perché hanno forse capito che ce la sto mettendo tutta per salvare la sanità ferrarese. Politicamente, sono fuori dal Pd proprio perché a differenza dei miei colleghi non condividevo più queste idee. Forse il mio punto di vista è diverso perché la vivo in prima persona, ho un riscontro più chiaro di quanto di quello che era stato promesso poi si è concretizzato nei fatti”.

Da cosa dipendono le allarmanti difficoltà dell’azienda nel reperire personale medico e infermieristico? I bandi di concorso sono poco attrattivi?

“Il problema è che non siamo più appetibili come azienda, ci precede una certa fama: chi ha intenzione di lavorare qui si informa e gli vengono riferite una serie di criticità che riguardano le condizioni di lavoro o le difficoltà di essere continuamente sotto organico. Anche la contrattualizzazione a tempo determinato incide. Stiamo rischiando di perdere tutti i professionisti che abbiamo perché mancano le condizioni per lavorare serenamente. Credo sia una domanda che devono porsi, perché nessuno vuole venire a lavorare qui? Anche a Cona non pensiamo che vada meglio. Io credo che sia una questione di politica aziendale: il ricorso al privato non è una soluzione, nemmeno l’integrazione delle due aziende lo è: non è appetibile all’esterno, né da una parte dall’altra”.

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