Jolanda
16 Giugno 2018
“L'ente non è in grado fronteggiare lo squilibrio con mezzi ordinari". Via al piano pluriennale, durerà dai 4 ai 20 anni

Jolanda dichiara il predissesto, in consiglio la proposta ai voti

di Redazione | 2 min

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Jolanda. Per raddrizzare la pesante situazione finanziaria, il Comune di Jolanda di Savoia gioca la carta del predissesto, una sorta di ultima spiaggia contemplata dal Tuel che consente agli enti per i quali sussistono squilibri strutturali di bilancio tali da poterne provocare il dissesto, di ricorrere ad un piano di riequilibrio pluriennale.

Un piano che consentirebbe di recuperare gradualmente disavanzi ed i debiti fuori bilancio non gestibili tramite le misure ordinarie. All’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, previsto in prima convocazione per il 19 giugno, l’Amministrazione comunale avanzerà dunque la proposta di adesione alla procedura disciplinata dall’articolo 243 del Testo Unico.

Una scelta quasi obbligata, considerata la situazione attuale dell’ente, risultato di una travagliata epopea finanziaria e contabile che origina nel 2015, quando si accertò un disavanzo di amministrazione di quasi mezzo milione di euro nonché la violazione del patto di stabilità, come già successo anche nel 2013.

Più recentemente, la precarietà contabile del Comune emerge nel rendiconto 2017 (‘rimandato’ dal Revisore dei Conti), che riporta un disavanzo di 850 mila euro e una quota spendibile in investimenti ferma a 40 mila euro.

Nonostante il proposito di avviare un piano di rientro triennale – nel 2016, quando il disavanzo era salito a 937 mila euro – l’ente ha continuato a navigare in cattive acque, non riuscendo a risalire la china e sostituendo il precedente responsabile della gestione finanziaria con un nuovo professionista, che ha provveduto a integrazioni e rettifiche, nonché accertato il mancato recupero della quota di disavanzo prevista dal piano di recupero.

Nel 2017, dopo verifiche e ricalcoli, emerge il dato preoccupante di complessivi 2,3 milioni di euro di disavanzo da appianare, peggiorato rispetto a quello atteso. Nel frattempo la Corte dei Conti regionale evidenziava diverse criticità.

Tutto ciò ha portato, negli ultimi tempi alla presa d’atto che “l’ente non è in grado fronteggiare lo squilibrio finanziario accumulato con i mezzi ordinari messi a disposizione dall’ordinamento vigente, atteso che – si legge nella proposta di delibera – il loro ammontare risulta eccessivo rispetto alle risorse disponibili”. A ciò si aggiunge “una grave carenza di liquidità” che costringe il ricorso costante all’anticipazione di tesoreria.

Da qui “il ricorso alla procedura di riequilibrio si configura come strumento ordinamentale aggiuntivo volto a prevenire lo stato di dissesto attraverso un piano pluriennale di riequilibrio finanziario di durata compresa tra quattro e venti anni”.

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