Economia e Lavoro
1 Giugno 2018
Arman (risparmiatori veneti): "L'incontro con Conte positivo, da fine giurista ha capito le nostre critiche"

Amici della Carife: “La situazione è in costante evoluzione, bisogna attivarsi e rimanere uniti”

di Redazione | 4 min

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“Siamo apolitici ma per riportare a casa i risparmi serve la politica”. È questo uno dei refrain che usa il presidente dell’associazione Amici della Carife Marco Cappellari in una riunione davanti a una quarantina di ex azionisti e correntisti ‘azzerati’ convocata mercoledì sera al centro sociale ‘Il Parco’ per fare “il punto della situazione”, anche alla luce del recente incontro durante le consultazioni con il presidente del consiglio designato Giuseppe Conte con gruppi di risparmiatori colpiti dai bail-in che ha promesso una soluzione al problema — prima di rimettere il mandato, che saltasse il banco ancora una volta e di venire forse ripescato in extremis, non è ancora chiaro e per questo è difficile valutare anche la portata delle sue promesse.

“Tanti obbligazionisti hanno risolto con il rimborso all’80%, sono arrivati anche i primi 41 rimborsi dell’arbitrato Anac”, continua Cappellari che aggiunge col sussidio di una lavagna che le possibili soluzioni per il recupero del capitale investito sono quattro: “Che la politica risolva la follia capitata alle nostre banche, che Bper rimborsi gli azzerati, la partecipazione come parte civile alla causa penale che inizia il 18 giugno e nella quale ci si inserisce adesso o affidarsi all’arbitro delle controversie finanziarie della Consob”.

“La situazione è in costante evoluzione”, continua Cappellari che poi fa un excursus sul fondo di ristoro da 100 milioni in quattro anni — “che sono niente per tutte e sette le banche, e per il quale per accedervi doveva uscire un decreto attuativo che non c’è perché i vincitori delle elezioni hanno dato segnale di occuparsi della questione autonomamente, quindi siamo in attesa — e dell’incontro con Bper negli uffici di Modena dello scorso 9 maggio, quando “Bper ha detto di aver chiesto garanzie per l’acquisizione Carife, ma ha comunque creato un fondo di garanzia di 150 milioni”. Ci sono poi ritardi per quanto riguarda l’arbitrato Consob “che ora è sommersa da queste pratiche: ci dicevamo di aspettarsi una risposta nel giro di sei mesi, ora le tempistiche sono raddoppiate. Speriamo di sentire qualcosa entro la fine dell’anno”. Rimane sempre scartata per il momento l’ipotesi della causa civile perché costosa e rischiosa, alla quale sono state preferite almeno per il momento altre strade. L’importante però “è non dormirci sopra e sperare senza fare nulla, altrimenti il ritorno sarà zero. Dobbiamo poi essere in tanti, serve una massa che chiede giustizia, purtroppo però a Ferrara sento un clima di rassegnazione”, conclude Cappellari.

“Con Conte abbiamo avuto un incontro positivo”, spiega invece Andrea Arman dell’associazione degli azzerati veneti che ha partecipato alla serata, “sembrava che potessero esserci delle soluzioni positive per tutti dopo le nostre critiche al fondo di ristoro che è poco finanziato e di difficile accesso. Non possiamo essere noi risparmiatori ad essere inseriti nel labirinto della dimostrazione del raggiro. Siamo risparmiatori, siamo stati soci delle banche per tanto tempo, e il socio che era lì dagli anni Ottanta non può che essere definito tale visto che ha accantonato risparmi con finalità mutualistiche e cooperative. Siamo in una sottospecie molto diversa dalle altre crisi: non siamo Cirio, non siamo Parmalat e chi doveva salvare le nostre banche le ha portate al fallimento. L’unica strategia per vincere è essere tanti e uniti respingendo provvedimenti a metà che distruggono la nostra unificazione”.

Le considerazioni sulle promesse che sembra prospettare il processo che partirà a breve sono invece affidate all’avvocato Federico Fisher, secondo il quale “nel mirino c’è specificatamente l’aumento di capitale del 2011. Fin dall’inizio dell’udienza preliminare abbiamo reso parte civile tutti gli azionisti, i quali rimangono nel processo: i reati contestati sono di tipo societario, il falso in prospetto e l’aggiotaggio manipolativo e informativo. Ma interesas sopratutto una fattispecie, quella della bancarotta fraudolenta per formazioni fittizia di capitale per lo scambio reciproco di azioni tra Carife e Banca Valsabbina e CariCesena. È appetibile perché in questo caso le due banche potrebbero essere chiamate a rispondere dei danni e allo stato sono solventi”. Per entrare a far parte delle parti civili del processo, come ricorda l’avvocato Irene Costantino “c’è tempo fino al 18 giugno, quello è il termine ultimo, ed è necessaria la documentazione del possesso di azioni. Non è necessario invece l’intera documentazione perché la costituzione della parte civile è un atto dichiarativo e c’è tempo per le opportune dimostrazioni”.

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