(foto d’archivio)
“La politica che illude i cittadini che la prevenzione dei “delitti” dei poveri possa venire con misure penali anziché con misure sociali è sbagliata tanto più se il controllo della sicurezza viene esercitato da privati cittadini”.
È il pensiero che viene dalla Cgil e dalla sua sigla dei trasporti, la Filt, in merito all’ipotesi di Forza Nuova – già criticata da Tagliani – di organizzare ronde sugli autobus dopo l’aggressione a un controllore.
“Sono le politiche sociali a essere in grado di ridurre la piccola criminalità che induce paura tra la gente e colpisce a volte ingiustamente cittadini che stanno lavorando”, riflette il sindacato, aggiungendo che “nelle società purtroppo segnate da enormi disuguaglianze coloro che sono esclusi o ai margini della società civile sono disposti a commettere azioni illegali (che noi condanniamo fermamente)”.
Per Cgil e Filt sono le politiche di prevenzione quelle in grado di aggredire le cause strutturali delle devianze: la scuola, il pieno lavoro, il superamento della precarietà, il godimento dei diritti sociali ecc.; mentre invece “è l’assenza delle garanzie sociale dell’occupazione e della sussistenza la principale causa della “delinquenza” dei poveri. Ogni forma di esclusione preclude la formazione del senso civico di appartenenza e con esso la comprensione stessa, prima ancora che la condivisione del valore della legalità”.
La soluzione per il sindacato è quella di “riabilitare il ruolo di garanzia sociale dello stato perché esso contrasti più efficacemente ogni atto ed azione contraria al rispetto delle libertà delle persone e dei beni pubblici, ma questo presuppone che lo stato ridivenga il solo detentore del monopolio della forza, forza (di cui anche noi avvertiamo la necessità) agitata per assicurare ai cittadini e ai lavoratori sicurezza e libertà”.
“Aggiungiamo – concludono Cgil e Filt – l’importanza che le istituzioni si impegnino ad essere rispettabili e rispettate, la politica apprezzata e quindi capace di decidere quello che serve sia fatto per il bene comune”.
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